A Shanghai l’Emilia-Romagna gioca la carta della qualità nella Settimana della cucina italiana nel mondo e mette in vetrina le sue eccellenze enogastronomiche. Bonaccini: «un Paese dal potenziale straordinario grazie ai nostri prodotti Dop e Igp e a tutto il comparto agroalimentare»
La “Food Valley” emiliana punta alla Cina, un mercato enorme nel quale giocare la carta della qualità mettendo in campo i 44 Dop e Igp che fanno dell’Emilia-Romagna la regione europea con il maggior numero di prodotti certificati. L’occasione è rappresentata dalla seconda edizione della Settimana della Cucina italiana nel mondo, che è stata inaugurata a Shanghai dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nell’ambito di “Riso”, l’importante salone dedicato al cibo che ha aperto i battenti la scorsa primavera.
Dopo New York, vetrina del “Made in Emilia-Romagna” nel 2016, quest’anno la scelta della Regione Emilia-Romagna è caduta sulla Cina: un mercato in forte crescita che con una popolazione di 1,4 miliardi di abitanti in dieci anni ha visto aumentare il Pil pro capite del 164% e rappresenta oggi il secondo mercato al mondo dopo gli Stati Uniti per consumi alimentari. Un’opportunità importante per la “Food Valley”. Dei circa 391 milioni di euro di prodotti agroalimentari italiani esportati nel 2016 in Cina (+750 % in valore in dieci anni), il 16% è stato prodotto tra Rimini e Piacenza con una crescita del 64% negli ultimi cinque anni). Una crescita che nel primo semestre del 2017 ha subito un’altra importante accelerazione mettendo a segno un ulteriore +36% (dati Nomisma).
«Oggi abbiamo presentato tutti i prodotti dell’Emilia-Romagna al pubblico cinese – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli – spiegando anche come sono fatti e realizzati. Vogliamo rafforzare la nostra presenza in Cina. Per ora possiamo esportare solo alcuni prodotti e in particolare Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto balsamico di Modena Igp. Ma lavoriamo per allargare questo paniere e intanto siamo qui con molti altri prodotti, il cui standard di qualità è altissimo per il mercato cinese».
La ricca pattuglia delle eccellenze enogastronomiche che dalla via Emilia sono approdate alla via della Seta è dunque guidata da tre campioni come Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop, Aceto balsamico di Modena Igp: da soli costituiscono il 36% del fatturato nazionale di prodotti a indicazione geografica, con 2,4 miliardi di euro. Ma non ci sono solo loro. L’Emilia-Romagna rappresenta con 44 specialità il territorio leader in Europa per Dop e Igp.
Proprio di tutela delle Dop e Igp e del superamento delle barriere non commerciali, ovvero della possibilità di far entrare altri prodotti Dop e Igp emiliano-romagnoli, il presidente Bonaccini e l’assessore Caselli hanno parlato nella terza giornata della missione istituzionale della Regione in un primo incontro – sempre a Shanghai – con Wei Huang, direttore di AQSIQ, l’organismo cinese che si occupa di certificazione e controllo nei settori della qualità e della sicurezza alimentare. Un altro incontro, sempre sull’argomento, è in programma a Pechino.