Fincantieri: polemica M5s con interrogazione parlamentare sul boom dei compensi a Bono

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fincantieri giuseppe bono caschetto
Vallascas: «la retribuzione fissa del manager è passata da 745.000 a 950.000 euro e quella di risultato è cresciuto da 450.000 a 617.000 euro, con l’assegnazione di azioni gratis per oltre 2 milioni di euro»

fincantieri giuseppe bono caschettoFincantieri sotto la gestione di Giuseppe Bono ha indubbiamente imboccato la strada della crescita e del successo internazionale, imponendosi come una delle realtà leader nella cantieristica navale. Tali successi si sono evidentemente riflessi anche sul trattamento economico del suo massimo dirigente, suscitando polemiche politiche scaturite in un’interrogazione parlamentare.

«Mentre tutti guardano a Fincantieri per la vicenda francese legata all’acquisizione di Stx, facciamo notare che le performance dell’azienda sono tutt’altro che brillanti. Ma intanto stipendio e incentivi dell’amministratore delegato Giuseppe Bono schizzano alle stelle in modo ingiustificato. E’ un fatto grave, soprattutto perché parliamo di una partecipata pubblica». Lo fanno notare i deputati del M5s che in proposito hanno presentato una interrogazione ai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico con il portavoce Andrea Vallascas. 

«Nelle scorse settimane – rincara Vallascas – la retribuzione fissa di Bono è salita da 735.000 a 950.000 euro, mentre il premio di risultato conseguibile è stato aumentato del 37%, passando da 450.000 a 617.000 euro. A questo si aggiunge il nuovo piano di incentivazione monetaria che prevede, per il primo ciclo (2016-2018) l’assegnazione gratuita di oltre due milioni di diritti a ricevere altrettante azioni ordinarie di Fincantieri, ovviamente gratis». Per il portavoce pentastellato si tratta di «una situazione assurda non solo perché Fincantieri è una società controllata per l’83% da Cassa depositi e prestiti, e quindi impiega risorse che sono pubbliche. Ma soprattutto in relazione ai risultati più che deludenti del manager, visto che la partecipata, dalla quotazione in Borsa del 2014 ad oggi, ha perso 220 milioni e ha 615 milioni di debiti. Eppure Bono è stato addirittura premiato. Non è che per caso la controllante Cdp e ministero non hanno vigilato e operato come avrebbero dovuto? Non è che c’entra qualcosa il fatto, ad esempio, che il capo dello staff dell’amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti, Fabio Gallia, sia la figlia dello stesso Bono? Vogliamo capire – conclude Vallascas – se chi controlla Fincantieri ha agito al meglio per garantire la salute dei conti dell’azienda e se non si configurino dei conflitti di interessi».