La sanità polesana dispone di un rinnovato importante servizio dedicato al territorio, ed in particolare alle problematiche legate alla psichiatria. Si tratta del nuovo Dipartimento di Salute mentale, realizzato ristrutturando una palazzina storica nell’ambito del complesso dell’ospedale civile adriese. La struttura è stata inaugurata alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale Isi Coppola, del presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Leonardo Padrin, del sindaco di Adria Massimo Barbujani, del direttore generale dell’Ulss 19 Giuseppe Dal Ben e del presidente della Fondazione Cariparo, Antonio Finotti.
Il Dipartimento è stato realizzato con un investimento di 2 milioni 476 mila euro, dei quali 1 milione 476 mila stanziati dalla Regione ed un milione messo a disposizione dalla Fondazione Cariparo. La struttura si articola su una superficie interna di 1.100 metri quadri, 410 dei quali per il Centro di Salute mentale, 240 per il Centro diurno e 450 per il servizio Psichiatrico di diagnosi e cura; può accogliere ben 20 ospiti e dispone di 8 posti letto nell’ambito del servizio Psichiatrico. Le tre aree, pur comunicanti internamente, sono separate, per garantire la necessaria riservatezza agli utenti e sono tutte accessibili dall’esterno.
Portando il saluti del presidente Luca Zaia e dell’assessore alla sanità Luca Coletto, impossibilitati a presenziare, l’assessore Coppola ha particolarmente posto l’accento sull’importante funzione di servizio alla cittadinanza del nuovo Dipartimento: “è stata data una risposta fondamentale per il Polesine, che ha una particolare necessità di sviluppare la medicina territoriale e di offrire ai cittadini servizi sanitari facilmente raggiungibili e fruibili dalla gente. In questo caso – ha aggiunto Coppola – c’è anche l’importante aspetto dell’aiuto che viene dato alle famiglie, che devono farsi carico delle necessità e delle condizioni del tutto particolari di questi pazienti. Un investimento – ha detto ancora l’assessore – che offre spazi più adeguati per un servizio organizzato per affrontare le fasi acute e collegato con una rete di altri servizi territoriali orientati sì alla cura, ma anche, poi, al reinserimento dei pazienti psichiatrici”.
I pazienti psichiatrici assistiti nel Veneto sono circa 70.000, dei quali il 58% sono donne. Sul totale degli utenti, solo il 17,4% ha avuto un ricovero ospedaliero, a dimostrazione della prevalenza dell’intervento territoriale secondo il modello della psichiatria di comunità. “La prossima sfida da vincere – ha detto in proposito Coppola – è ora quella delle comunità alloggio e degli appartamenti di comunità”.