“Bene il provvedimento della Giunta sulla semplificazione, ma adesso tutti insieme possiamo fare di più magari ispirandoci alla lezione di Steve Jobs. Puntiamo sull’innovazione con più coraggio. In tempi di magra la parola d’ordine è razionalizzare, aumentare la produttività e soprattutto risparmiare. Su questa strada penso che la Regione possa fare ancora molto promuovendo una digitalizzazione spinta nella pubblica amministrazione veneta facendo risparmiare almeno 3 miliardi di euro, tra risparmi diretti e indotti su aziende e famiglie”. A delienare questo scenario sicuramente interessante è il vicecapogruppo del PdL in Consiglio regionale del Veneto, Piergiorgio Cortelazzo, riferendosi alla ricerca di Ict&Management del Politecnico di Milano, secondo cui una “manovra digitale” che vada a incidere in modo spinto sulla P.A. porterebbe ad un totale di benefici pari a 42,75 miliardi di euro all’anno per tutto il Paese, quando i tagli agli enti locali varati per il 2012 ammontano a 4,2 miliardi su tutto il territorio della Penisola. “Nella ricerca si parla di e-procurement, e di e-governement”, spiega Cortelazzo, “quindi risparmi su acquisti di beni e servizi e gestione della macchina pubblica anche nel rapporto con i cittadini, processi già in atto e per ora poco incisivi, ma anche di risparmi generati dall’aumento della produttività e risparmi indotti per le imprese”.
“Secondo un calcolo per difetto in Veneto complessivamente”, prosegue Cortelazzo, “si potrebbe risparmiare circa 3 miliardi di euro: una cifra enorme fatta di tanti piccoli risparmi e tante piccole ottimizzazioni”. Per fare questo, bisogna impegnarsi a fondo: a questo fine, Cortellazzo insieme a Dario Bond ha presentato un’interrogazione esortativa alla Giunta per sapere se il processo di digitalizzazione già avviato dalla Regione possa essere ulteriormente sviluppato in modo da garantire ulteriori benefici in termini di risparmio di tempo e denaro, non solo per le strutture pubbliche, ma anche per i privati costretti ogni giorno ad affrontare una burocrazia snervante.
La regione Veneto ha già dato il via al processo di informatizzazione: coerentemente con le proprie “Linee Guida” ha avviato dal 2005 progetti volti a dematerializzare documentazione e processi amministrativi. Inoltre, nel 2009 ha stretto accordi con il Ministero dell’Economia e la Consip per lo sviluppo dell’e-procurement. Non solo: negli ultimi anni ha aperto la strada all’utilizzo di nuovi servizi di telefonia via internet quali il Voip. “Ma siamo sicuri che quanto fin qui fatto basti?”, si chiede Cortelazzo, che si dà un arisposta: “penso che sia il caso di calcare la mano pesantemente visto i risparmi che ne possono derivare non solo per gli enti ma anche per le aziende venete. Ben venga quello che gli esperti chiamano shock digitale se ci può spingere verso una nuova crescita. I nostri figli e nipoti stanno crescendo con una mentalità completamente diversa dalla nostra. Loro sono già pronti alla rivoluzione”.
“Parafrasando Jobs”, conclude Cortelazzo, “dobbiamo essere affamati di conoscenza e di novità con quello spirito visionario che può sembrare folle. E questo deve valere anche per la pubblica amministrazione”.