L’evento all’insegna della fotografia con l’opera di Nino Migliori, “Premio Hemingway” 2017
Il suo “Lumen” rivela «una misteriosa bellezza scultorea, offrendo sconosciute sensazioni ancestrali, sfiorando il buio con le tremule fiammelle delle candele»: con queste motivazioni il “Premio Hemingway” 2017 è andato, per la fotografia, a un grande maestro italiano, l’artista bolognese Nino Migliori, classe 1926, protagonista di uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d’immagine europea. Ogni suo lavoro, infatti, è frutto di un progetto preciso sul potere della immagine, tema che ha caratterizzato tutta la sua produzione.
Nino Migliori è l’autore che meglio rappresenta, nel nostro tempo, la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario, assume valori e contenuti legati all’arte, alla sperimentazione e al gioco. Oggi lo si considera come un vero architetto della visione. Il suo dialogo con lo storico della fotografia Italo Zannier – in collaborazione con gli “Incontri con l’autore e con il vino”, inaugura, giovedì 15 giugno al centro Congressi Kursaal di Lignano Sabbiadoro (ore 18.30), il calendario del “Premio Hemingway” 2017, un poker di appuntamenti che vedrà protagonisti venerdì 16 giugno anche lo psicanalista Massimo Recalcati e il filosofo Slavoj Zizek (ore 18.30 e 21), e sabato mattina l’autrice britannica Zadie Smith (ore 11). L’ingresso è libero e aperto alla città.
Opere di Nino Migliori sono conservate al MamBo a Bologna, nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, al CSAC di Parma, alla Calcografia Nazionale di Roma, al MNAC di Barcellona, al MOMA di New York, al Museum of Fine Arts di Houston, alla Bibliothèque National di Parigi, al Museum of Fine Arts di Boston, al SFMOMA di San Francisco e in altre importanti collezioni pubbliche e private. Tra i fotografi italiani contemporanei, Nino Migliori, si è dedicato più intensamente di altri alla sperimentazione, anche alchemica, relativa al linguaggio delle immagini ottico-chimiche.
Nel volume “Lumen”, dell’editore Quinlan, ha sintetizzato e assemblato una recente ricerca di visualizzazione, esplorando antichi “paesaggi” architettonici, arricchiti da complesse presenze scultoree, in questo caso mediante la lettura fotografica “a lume di candela”, dei dettagli prospettici, emergenti dalle sculture del “Compianto sul Cristo Morto, di Nicola dell’Arca”, in Santa Maria della Vita a Bologna. Un sublime paesaggio di pietra, avvolto nel buio, che Nino Migliori ha vivacizzato con la debole, metaforica luce delle candele, per riproporre concettualmente l’ansia visiva dei pellegrini, visitatori rinascimentali, negli anni in cui fu realizzata l’opera, il 1470 circa. La tecnica è stata estesa a ulteriori statue e monumenti come l’Ilaria del Carretto, la Paolina Bonaparte di Villa Borghese a Roma e il Cristo Velato di Napoli.
E al Cinecity, mercoledì 14 giugno alle 21.00, appuntamento con la proiezioni a cura di “Cinemazero”: sarà proposto il film “Hemingway & Gellhorn” (2012), diretto da Philip Kaufman, storia dell’incontro fra lo scrittore e la giornalista Martha Gellhorn.