L’economia nazionale viaggia ancora a corrente alternata complice scelte politiche non chiare
Brutte notizie dall’Istat sull’attività manifatturiera italiana. In aprile l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha fatto registrare una diminuzione dello 0,4% rispetto a marzo, mentre nella media del trimestre febbraio-aprile la produzione è diminuita dello 0,1% nei confronti del trimestre precedente. Modesto in aprile anche l’incremento sullo stesso mese del 2016. Il livello raggiunto nell’aprile scorso è ancora inferiore del 22% rispetto al massimo ante-crisi toccato nell’aprile 2008.
Il calo è più rilevante se valutato al netto dell’energia che ha visto un rimbalzo di +2,2% m/m dopo gli ampi cali dei due mesi precedenti. A pesare sono stati soprattutto i beni strumentali: al netto dell’energia, il calo della produzione su base congiunturale sarebbe stato pari a -0,6% m/m.
Tutti gli altri macro-gruppi hanno fatto segnare un arretramento, particolarmente accentuato per i beni strumentali (-1,6% m/m, ma dopo gli aumenti rilevanti visti in febbraio e marzo).
Gli unici settori manifatturieri a mostrare un apprezzabile aumento dell’attività su base congiunturale sono gli articoli in gomma e materie plastiche (+1,4% m/m) e il tessile (+1% m/m). Da notare la decisa correzione per i mezzi di trasporto (-4,7% m/m), che negli ultimi due anni erano risultati il miglior comparto (assieme al farmaceutico). In ogni caso, il numero dei settori manifatturieri in crescita su base annua (corretta per gli effetti di calendario) è salito da 2 a 6 (con il tessile a guidare la classifica: +7% a/a). Viceversa, i cali più rilevanti si registrano per computer ed elettronica (-5,9% a/a) e apparecchiature elettriche (-5,7% a/a).
Se la produzione ad aprile è calata, viceversa è cresciuto il Pil: il 1 giugno l’Istat ha diffuso una revisione della stima anticipata il 16 maggio da cui risulta che il Pil nel primo trimestre 2017 è cresciuto dello 0,4%. Evidentemente, la ripresa dell’economia italiana non è in questo momento sostenuta dall’attività industriale ed infatti l’Istat nella sua ultima nota mensile sostiene che l’economia italiana accelera trainata dai consumi e dalla crescita del settore dei servizi.
La situazione permane comunque incerta: i rischi verso il basso sono invece principalmente connessi all’incertezza politica, ma potrebbero riguardare più il 2018 che non l’anno corrente. Certo, il fatto che l’industria in una realtà come l’Italia che possiede il secondo apparato manifatturiero d’Europa dimostri variazioni come queste rimane preoccupante, a testimonianza di come anche gli imprenditori non abbiano dinanzi a se un quadro chiaro per attuare le proprie strategie d’impresa.