“Catasti” e mappatura degli impianti a rischio, disposizioni più restrittive per le disinfezioni, rafforzamento delle misure di prevenzione. Nuove Linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo
Disposizioni più restrittive per le disinfezioni e il rafforzamento di altre misure di controllo. Realizzazione di appositi “catasti” e mappatura degli impianti a rischio, in particolare torri di raffreddamento a umido e condensatori evaporativi. Indicazioni precise per la progettazione, costruzione e gestione degli impianti idro-sanitari e aeraulici. Riconoscimento di un ruolo centrale, nella prevenzione e nel controllo, ai Dipartimenti di sanità pubblica. Sono, in sintesi, alcuni dei punti più significativi delle nuove linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo della legionellosi che hanno ottenuto parere favorevole dalla competente Commissione consiliare.
«Siamo molto attenti a questo tema, anche perché la Legionella può interessare una larga fetta di popolazione, più fragile per età e patologie – commenta l’assessore regionale alle politiche per la salute, Sergio Venturi -. Voglio ricordare comunque che il nostro sistema di sorveglianza è molto sensibile e in grado di intercettare tutti i potenziali casi in tempi brevissimi, mettendo in campo tutti gli strumenti necessari. Con queste nuove Linee guida, intendiamo rafforzare ancora dipiù tutta una serie di misure di prevenzione e controllo».
Il documento recepisce le linee guida nazionali (2015) e fornisce indicazioni per applicarle nel territorio dell’Emilia-Romagna. Restano validi gli obiettivi definiti con le precedenti Linee guida regionali (2008), ovvero il contenimento del rischio e la riduzione del numero di casi agendo prioritariamente sulle situazioni più critiche, sia con interventi preventivi che con provvedimenti efficaci di controllo nel momento in cui si verifichino casi di Legionellosi.
Le infezioni da Legionella sono un problema sempre più importante per la sanità pubblica, sottoposte a sorveglianza speciale da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dell’Unione Europea (Ecdc) e dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che ha istituito dal 1983 il Registro nazionale della Legionellosi. In Emilia-Romagna, nel periodo 1999-2016, sono stati segnalati 1.924 casi; in media, 107 l’anno. Nel periodo 2012-2016, però, i casi segnalati in media ogni anno sono stati oltre 200 (207,6), contro i 100 del quinquennio precedente. Nel 2016, in particolare, è stato registrato il numero di segnalazioni più alto della serie storica: 290 casi. L’aumento è riconducibile a una maggiore sensibilità diagnostica, a una maggiore “suscettibilità” della popolazione e, molto probabilmente, anche a un aumento di Legionella nell’ambiente (oppure, a una combinazione dei fattori citati).