Voucher: Confcommercio Emilia Romagna e Veneto in campo per una soluzione

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voucher buono lavoro valore 75 euro
«Il Governo deve intervenire rapidamente. Si rischia di incrementare la disoccupazione»

voucher buono lavoro valore 75 euroConfcomercio Emilia Romagna e Veneto scendono in campo per chiedere al Governo Gentiloni una soluzione al problema venutasi a creare per la repentina abolizione dei “voucher”, i buoni lavoro utilizzati per retribuire le piccole e saltuarie prestazioni di lavoro.

Per Confcommercio Emilia Romagna «occorre una soluzione in tempi rapidi. Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi – dichiara il presidente dell’associazione regionale, Enrico Postacchini – si aspettano una risposta efficace in grado di colmare il vuoto creatosi con l’abolizione dei voucher, uno strumento che rispondeva pienamente all’esigenza per le imprese di remunerare prestazioni saltuarie ed occasionali». Adesso, prosegue Postacchini, «dopo la loro eliminazione, non si trova un’adeguata alternativa in grado di consentire alle imprese di operare legalmente con semplicità. Non si può pensare che l’abolizione dei voucher porti come conseguenza l’eliminazione delle attività occasionali per cui era utilizzato, attività che restano presenti nelle imprese e tanto più in una regione come la nostra caratterizzata dalla fortissima presenza di attività legate al turismo». 

A giudizio di Postacchini «i voucher rappresentavano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia e i numeri dell’Inps confermano che la quasi totalità dei prestatori percepiva meno di 1.000 euro l’anno, cifra ben lontana dalle remunerazioni di un lavoro continuativo, e circa il 70% di queste persone erano lavoratori non esclusivi, per i quali il voucher rappresentava una opportunità di ulteriore guadagno, non la fonte principale del proprio reddito». Quindi, conclude il presidente di Confcommercio Emilia Romagna, «è urgente quindi dare una risposta rapida e concreta a questo problema, prevedendo subito un nuovo strumento, pur rafforzato nei controlli e verificato attraverso la tracciabilità piena con una piattaforma dedicata, ma superando definitivamente l’equivoco di fondo per cui una prestazione occasionale, spesso imprevedibile, debba essere inquadrata in un rapporto di lavoro». 

«Il vuoto creato dall’abolizione dei voucher rischia di produrre disoccupazione» sostiene il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon, che ricorda come lo strumento dei voucher fosse preziosissimo per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi, soggette a picchi improvvisi e imprevisti di lavoro. «Dopo la loro eliminazione è impossibile trovare adeguate alternative in grado di consentire alle imprese di operare legalmente e con snellezza rispondendo alla flessibilità connaturata alle attività del terziario. La decisione di abolire i voucher ha messo in difficoltà migliaia di imprese alle soglie di una stagione estiva che per quanto riguarda il Veneto si annuncia intensa – prosegue Zanon –. Invochiamo uno strumento che, anche se più rigido nei controlli e tracciabile in ogni caso, sia accessibile alle imprese di tutte le dimensioni, non solo a quelle fino a 5 dipendenti e con un tetto di 5.000 euro annui per impresa, e che ci consenta di far fronte a circostanze occasionali».