Teatro Filarmonico di Verona chiusura della Stagione lirica con “Il viaggio a Reims” di Rossini

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Fondazione arena verona viaggio a reims rossini scenografia 3
L’opera proposta per la prima volta con l’originale scenografia a fumetti

Fondazione arena verona viaggio a reims rossini scenografia 3Con “Il viaggio a Reims” di Gioachino Rossini, si conclude la Stagione d’opera della 2016-2017 di Fondazione Arena. L’allestimento vede il ritorno di Pier Francesco Maestrini e Joshua Held, rispettivamente alla regia e alle animazioni, mentre scene e costumi sono firmati da Alfredo Troisi. Orchestra, Coro e Solisti saranno diretti da Francesco Ommassini. Rappresentazioni al Teatro Filarmonico martedì 23 maggio alle 19.00, giovedì 25 maggio alle 20.00 e domenica 28 maggio alle 15.30.

Il viaggio a Reims, il cui titolo completo è “Il viaggio a Reims ossia L’albergo del Giglio d’Oro”, viene composto da Gioachino Rossini in occasione dell’incoronazione di Carlo X a re di Francia ed eseguito per la prima volta al Théâtre Italien di Parigi il 19 giugno 1825. All’origine vi è un’intuizione geniale dell’autore del libretto Luigi Balocchi e dello stesso Rossini nel creare un testo-pretesto teatrale in grado di trasmettere quel messaggio di universalità che la monarchia voleva inviare non solo al popolo francese, ma a tutta l’Europa. Con Il viaggio a Reims Rossini aggiorna la vecchia concezione della cantata scenica di circostanza in uso tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, veicolando il messaggio con il divertissement e la comédie. Rossini aveva concluso la carriera italiana nel 1823 con Semiramide, opera suggello di un’epoca, di un gusto e di uno stile. Dovendo affrontare oltralpe altri soggetti e un altro tipo di impegno drammaturgico e musicale, Rossini preferisce farlo in maniera progressiva, adottando per le scene e per la lingua francese prima il Maometto II e poi Mosè in Egitto. In questo contesto Il viaggio e Reims si colloca come un’eccezione: è, infatti, ancora su libretto italiano ed è articolato in numeri chiusi, alcuni dei quali appartenenti in maniera spiccata al genere buffo. Rossini riprende il modello dal passato, ma lo esaspera e lo amplifica, grazie anche al fatto che Parigi offriva i migliori interpreti disponibili all’epoca, ai quali era possibile offrire spazio in misura superiore rispetto a quanto fatto in precedenza, pur nell’equilibrio generale dell’insieme. L’opera, che ottiene un incredibile successo iniziale, viene tuttavia pubblicata a Milano solamente nel 1938 nella revisione di Giuseppe Piccioli ed eseguita per la prima volta alla Teatro alla Scala il 5 novembre 1938, sotto la direzione di Richard Strauss. 

Si tratta di un titolo poco rappresentato, che ben si presta ad allestimenti particolari; celebre tra tutti è l’allestimento di Dario Fo del 2003 all’Opera di Helsinki. Questa prima messa in scena del titolo rossiniano al Teatro Filarmonico di Verona è affidata a Pier Francesco Maestini e Joshua Held, la cui collaborazione nasce nel 2010 con una versione de Il Barbiere di Siviglia portata in scena con la Compagnia di Opera Brasileira, poi proposta al Teatro Filarmonico nella Stagione Artistica 2014-2015 in una veste totalmente rinnovata, con grande successo di pubblico e critica. L’ideazione de Il viaggio a Reims si è protratta per oltre un anno, attraverso numerose revisioni e modifiche per un dialogo ottimale con la partitura rossiniana. Alla base vi sono la ricerca e la sperimentazione, come ha dichiarato lo stesso Maestrini: «È stato un lavoro lungo, ma ci siamo divertiti molto. La musica di Rossini è perfetta per l’interazione dei cantanti e del coro con i cartoon. Joshua ed io abbiamo pensato al modo migliore per riattualizzare quest’opera, nata con intento celebrativo, e abbiamo creato un linguaggio espressivo basato sull’esagerazione, l’ironia e il divertimento».

L’elevato numero di solisti e le parti vocali non molto estese rendono l’opera particolarmente adatta ad una compagnia di giovani interpreti rossiniani, sapientemente diretti dalla bacchetta di Francesco Ommassini. Lucrezia Drei debutta nel personaggio di Corinna, Raffaella Lupinacci in quello de La Marchesa Melibea, mentre Marina Monzó si esibisce per la prima volta ne La Contessa di Folleville. Francesca Sassu, recentemente impegnata al Teatro Filarmonico in Norma, sarà Madama Cortese. Il Cavaliere Belfiore e Il Conte di Libenskof saranno interpretati rispettivamente da Xabier Anduaga e Pietro Adaini; Marko Mimica, anch’egli presente nella recente produzione di Norma, debutta come Lord Sidney, mentre Giovanni Romeo vestirà i panni de Il Barone di Trombonok. Debuttano inoltre Alessandro Abis nel personaggio di Don Profondo, Omar Kamata in quello di Don Prudenzio, Stefano Marchisio come Antonio e Stefano Pisani come Don Luigino/Zefirino. Completano il cast il Don Alvaro di Alessio Verna, la Maddalena/Modestina di Alice Marini e la Delia di Francesca Micarelli.