Emilia Romagna 5 anni dopo il sisma

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terremoto emilia 2012
Bonaccini presenta il bilancio di quanto fatto e di cosa rimane da fare. Critiche da parte della Lega Nord

terremoto emilia 2012Ricostruzione Emilia, a cinque anni dal sisma del maggio 2012. Due le scosse principali, il 20 e il 29, che investirono le province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, colpendo 54 comuni e i 4 capoluoghi, causando 28 morti e 300 feriti, con 45.000 sfollati e 13 miliardi di danni.

A cinque anni dal sisma, oltre 14.700 famiglie sono rientrate nelle loro case (600 nell’ultimo anno): nove su dieci delle oltre 16.500 rimaste fuori dalle proprie abitazioni a causa del terremoto, con le restanti in affitto o che risiedono in altri alloggi, ricevendo per questo l’aiuto economico dalla struttura commissariale, e comunque tutte inserite in un percorso di rientro nelle proprie abitazioni. 

Nessuno abita più nei prefabbricati: tutti i “Map”, i moduli abitativi provvisori, sono stati chiusi. Per la ricostruzione privata – case, uffici, negozi, imprese –  sono stati concessi complessivamente contributi per 3,9 miliardi di euro, di cui 1,1 negli ultimi dodici mesi. Completati i lavori in 5.157 cantieri, con il ripristino di oltre 12.300 abitazioni e 3.500 attività commerciali. 417 le scuole ricostruite o risistemate, 118 quelle costruite nuove, tutte in sicurezza sismica. Il 60% dei progetti presentati relativi al patrimonio pubblico e ai beni storico-artistici sono cantieri già avviati mentre sempre nell’ultimo anno si è registrata una decisa accelerazione sui centri storici, dove è partita la metà dei cantieri.
Infine, alla ricostruzione hanno lavorato, in 8 casi su 10, aziende emiliano romagnole. E l’economia dell’area del cratere, in cui si produceva il 2% del Pil nazionale, non solo non si mai arrestata ma oggi è tornata a crescere a ritmi superiori rispetto a prima, con l’azzeramento, già dalla fine del 2014, del monte ore di cassa integrazione utilizzato dopo le scosse e un tessuto produttivo più sicuro e ancor più competitivo.

Questo, in sintesi, il resoconto della ricostruzione in Emilia illustrato nella sede della Regione Emilia-Romagna dal presidente della Giunta regionale e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, e dall’assessore alla ricostruzione post sisma, Palma Costi. Una ricorrenza, quella dei 5 anni, che il prossimo 29 maggio porterà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prima a Mirandola (Mo) – dove visiterà il polo scolastico e parteciperà al convegno organizzato dalla Regione su “Fare scuola. Ricostruzione, innovazione e comunità”, presente l’assessore Patrizio Bianchi -, poi a Pieve di Cento (Bo), dove inaugurerà la scuola di musica.

«Molto è stato fatto – afferma Bonaccini – e penso soprattutto alle famiglie, tornate in grande maggioranza nelle loro case, alle imprese, molte delle quali viaggiano a pieno ritmo, alle scuole, tantissime ripristinate o costruite nuove, e ai centri storici, dove nell’ultimo anno abbiamo intensificato la nostra azione. Ma altro resta da fare e continuiamo a lavorare per rimarginare definitivamente le ferite inferte da quelle terribili scosse. Dunque, la ricostruzione prosegue, siamo però consapevoli, senza trionfalismi, del tutto fuori luogo, che si inizia a intravedere il traguardo finale». 

«A cinque anni dal sisma – aggiunge l’assessore Costi – abbiamo concluso le pratiche di concessione del contributo per la ricostruzione delle imprese: ora ci concentreremo sulle liquidazioni delle risorse. Un traguardo importante, che dimostra l’impegno e l’attenzione costante allo sviluppo economico. Garantire il lavoro e non interrompere la capacità produttiva delle imprese di quel territorio è stato uno dei primi obiettivi che ci eravamo posti per ripartire. E oggi possiamo dire che questo sistema economico e territoriale non si è mai fermato ed è protagonista dello sviluppo dell’Emilia-Romagna. Dal trauma del sisma questa terra ha maturato una nuova consapevolezza e ora vuole mettete a frutto la straordinaria capacità di fare sistema maturata per essere sempre più competitivo e in grado di creare nuovi posti di lavoro».

Se dal governo della Regione ci si dichiara soddisfatti di quanto realizzato, dal fronte delle opposizioni alla maggioranza di sinistra si levano critiche. Secondo Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, «la narrazione tanto cara ai seguaci di Renzi come Bonaccini è una cosa, la realtà un’altra. Nonostante il tanto che è stato indubbiamente fatto, i numeri non sembrano giustificare le prossime ultime curve sul cammino. A cinque anni dalla tragedia, la percentuale totale di contributi erogati per le unità abitative è ferma al 66%, con quasi quattro edifici su dieci, di quelli che hanno subito danni gravi, ancora senza contributo. Non paiono numeri che legittimano la favola del modello da esportare – ribadisce Fabbri -, come pomposamente il Pd va dicendo da mesi, soprattutto perché le innumerevoli ordinanze commissariali anziché velocizzare l’iter lo stanno zavorrando di burocrazia. E contestualmente, non c’è stato un intervento incisivo a livello fiscale, come rivelano i numeri delle zone franche urbane».