“Via della seta”: NordEst strategico per la nuova via di comunicazione Europa-Cina

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FVG convegno rilancio porto tireste container
D’Agostino: «prima Italia bypassata, ora è vitale». Serracchiani: «pagano gli investimenti infrastrutturali realizzati per Trieste»

FVG convegno rilancio porto tireste container«L’Italia non verrà più bypassata dalla nuova “Via della Seta”, ma diventerà anzi un suo snodo vitale» afferma il presidente di Assoporti, Zeno D’Agostino, che è anche presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale a commento della volontà della Cina, comunicata al premier italiano, Paolo Gentiloni, di investire sui porti italiani nell’ambito della sua nuova strategia, in particolare su Genova e Trieste.

«Inizialmente si parlava di Venezia – ricorda D’Agostino -. Poi le versioni più recenti ipotizzavano che, dopo Suez, la “Via della Seta” passasse per Gibilterra per entrare in Europa da Nord. Ora l’Italia rientra nel disegno cinese, dopo un periodo in cui sembrava non contasse più. Se pensiamo che i cinesi sono già presenti a Genova con l’investimento sul nuovo terminal di Vado, oggi va costruita la forma con cui i cinesi investiranno a Trieste». Per D’Agostino «Pechino da tempo sta scoprendo il nostro scalo grazie al lavoro fatto da noi assieme al Governo e alla Regione Friuli Venezia Giulia. Sicuramente hanno pesato tantissimo i corridoi ferroviari creati in questi due anni, diretti in Europa centrale e orientale».

I porti italiani di Genova e Trieste non sono concorrenziali, ma complementari al Pireo gestito dalla Cina analizza D’Agostino: «il Pireo non può essere la testa di ponte cinese in Europa. Ipotizzare una infrastruttura ferroviaria che da Atene raggiunga l’Europa orientale non è semplice». Il Pireo può invece lavorare in sintonia con i porti italiani, «allo stesso modo – spiega D’ Agostino – in cui lo fanno gli armatori turchi, che portano le loro merci a Trieste e poi da lì le trasferiscono in Europa centrale e orientale su ferrovia». 

Soddisfazione è stata espressa dalla presidente della regione, Debora Serracchiani, la quale ha inteso sottolineare l’impegno assunto dalla Cina, «che non viene a caso, ma si fonda su una serie di azioni in campo internazionale che la Regione ha intrapreso per essere parte del progetto della Via della seta. Oltre a ciò viene ripagato lo sforzo compiuto in questi anni sulle infrastrutture e su un Porto di Trieste che ha saputo risollevarsi e assumere una posizione di leadership in Italia e non solo». 

Intercettare le opportunità offerte dalla poderosa crescita dell’economia cinese è un obiettivo strategico che il Friuli Venezia Giulia sta perseguendo anche partecipando annualmente al meeting del “Silks network, “per promuovere strumenti operativi comuni volti a realizzare la “Via della seta” marittima verso l’Adriatico e il porto di Trieste. In questo specifico scenario l’accreditamento internazionale del Friuli Venezia Giulia è stato conseguito attraverso un percorso che ha visto nel maggio dello scorso anno l’organizzazione a Trieste – grazie alla collaborazione tra la stessa Regione, l’Iniziativa centro europea (Ince) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) – di un Forum economico di riconosciuto spessore internazionale, a seguito del quale l’amministrazione regionale ha instaurato e consolidato una serie di importanti rapporti con autorevoli rappresenti economici e diplomatici della Repubblica popolare cinese. Un ruolo, quella della Regione, che è stato dunque confermato dal Forum di Pechino, dove sono state programmate operativamente le prossime iniziative con i principali soggetti coinvolti nel progetto della Via della seta, includendo in questo piano anche future missioni di rappresentanti cinesi in Friuli Venezia Giulia.