Al teatro Sociale di Trento l’opera tratta dall’omonima pièce teatrale di Heiner Müller nell’allestimento Royal Opera House
La Stagione 2016-’17 di “Oper.A 20.21” si conclude a Trento con un capolavoro del teatro musicale del nostro tempo: “Quartett” di Luca Francesconi, nell’allestimento della Royal Opera House Covent Garden di Londra.
Coronata da un prestigioso premio dell’Associazione dei critici musicali italiani per la regia di Nicola Raab di “Written on Skin”, l’opera di George Benjamin andata in scena a Bolzano lo scorso ottobre, “Oper.A 20.21”, Stagione regionale organizzata dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento con la direzione artistica di Matthias Lošek, si conclude al Teatro Sociale di Trento venerdì 5 maggio (ore 20.00; replica domenica 7, ore 18.00).
L’opera, che nel 2011 ha debuttato al Teatro alla Scala, da allora ha fatto letteralmente il giro del mondo entrando nel novero della pagine musicali del XXI secolo più eseguite, ha al centro un amore conflittuale, combattuto senza esclusione di colpi fino all’inevitabile tragico finale: Luca Francesconi ha concepito “Quartett” prendendo le mosse dall’omonimo testo del drammaturgo tedesco Heiner Müller, a sua volta ispirato dal romanzo epistolare francese “Le relazioni pericolose” di Choderlos De Laclos. A Trento “Quartett” viene presentata in prima italiana nell’allestimento della Royal Opera House Covent Garden di Londra, in coproduzione con Opéra de Rouen Normandie, London Sinfonietta e Fondazione Haydn: la scenografia è costituita da strutture metalliche che raffigurano il bunker postatomico dove si svolge l’azione. La regia è di John Fulljames. Dirige l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento Patrick Davin, allievo di Pierre Boulez e Peter Eötvös. Scene e costumi di Soutra Gilmour. Luci di Bruno Poet. Video Ravi Deepres. Suono Soundintermedia. Interpreti: Adrian Angelico (Marquise de Merteuil) e Robin Adams (Vicomte de Valmont).
«L’idea di Heiner Müller è legata a un rapporto di coppia – sottolinea Francesconi -: un uomo e una donna chiusi in una stanza. Hanno evidentemente un passato, e un presente burrascoso; c’è una sorta di facciata che vorrebbe nascondere delle cose, ma viene dilaniata dal conflitto che è dietro e che esplode in maniera feroce, addirittura crudele. Si capisce che ci sono retroscena foschi, di manipolazioni, tradimenti, gelosie. Non è un’opera ottocentesca, ma è una vera esperienza multimediale».
Nato a Milano nel 1956, Francesconi è uno dei compositori contemporanei più prolifici: sino ad oggi ha composto oltre cento lavori, da composizioni per solisti e variegate formazioni all’opera e a progetti multimediali, nei quali si colgono influenze musicali diverse, dalla musica europea al jazz, dal folk alla sperimentazione elettronica. Tutto questo fa parte di un background che lo ha messo a contatto anche con compositori come Karlheinz Stockhausen e Luciano Berio, del quale è stato anche assistente. È stato insignito di numerosi premi internazionali. Collabora assiduamente con prestigiosi ensemble, direttori e solisti e con le migliori orchestre del mondo, ricevendo regolarmente nuove commissioni da importanti istituzioni internazionali. Svolge anche attività didattica e di direzione d’orchestra. Dal 2008 al 2011 ha diretto il Festival di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia.