Christian Kluxen, al suo debutto alla guida dell’Orchestra areniana, guida il giovane talento Lukas Geniušas solista al pianoforte
Venerdì 28 aprile (ore 20.00; replica sabato 29 aprile, ore 17.00), la Fondazione Arena propone al Teatro Filarmonico di Verona l’ottavo concerto della Stagione sinfonica 2016-2017 diretto da Christian Kluxen, al suo debutto alla guida dell’Orchestra areniana.
La serata si apre con l’esecuzione dell’Ouverture dal Sogno d’una notte di mezza estate op. 21 di Felix Mendelssohn, partitura del 1826 di un compositore appena diciassettenne che si era lasciato ispirare dall’omonima commedia shakespeariana, sulla quale ritornerà 16 anni dopo su commissione del re di Prussia Federico Guglielmo IV componendone le musiche di scena, di cui ascolteremo il Notturno n.7 e lo Scherzo n.1, op.61.
Segue il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 op. 58 in sol maggiore di Ludwig van Beethoven, che vede solista il giovane talento Lukas Geniušas. Classe 1990, esibitosi con le più grandi orchestre internazionali nelle più prestigiose sale da concerto del mondo, Geniušas suonerà per la prima volta al Filarmonico confrontandosi con uno dei capolavori pianistici del genio di Bonn: il Quarto Concerto, composizione nata tra il 1805 e il 1806 e dedicata all’arciduca Rodolfo d’Austria, che vede lo strumento solista libero di esprimersi poeticamente in cadenze e improvvisazioni, a dialogo con l’orchestra.
Completa il programma un’altra importante composizione di Beethoven: la Sinfonia n. 4 op. 60 in si bemolle maggiore. Subito successiva all’Eroica, la Quarta Sinfonia nasce in occasione di una visita del musicista in compagnia del principe Lichnowsky, uno dei suoi mecenati, al castello del conte Franz von Oppersdorf, a cui la partitura sarà dedicata; questi, amante delle arti tanto da mantenere alle proprie dipendenze un’orchestra, chiede a Beethoven di scrivere una partitura sinfonica appositamente per lui: è così che vede la luce la Sinfonia n. 4, definita da Schumann «una slanciata ragazza greca fra due giganti nordici», per il suo spiccato intento di sereno intrattenimento, a confronto con le più impegnate sinfonie Terza e Quinta.