Delegazione politica ed imprenditoriale del NordEst all’Economic Forum di Yalta

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Economic Forum Yalta crimea 2017 ciambetti
Ciambetti: «a Yalta ho spiegato i danni delle sanzioni e il diritto all’autodeterminazione: stop a prove muscolari e provocazioni contro la Russia». Divina: «dobbiamo difendere gli interessi della nostra economia contro le imposizioni di Bruxelles»

Economic Forum Yalta crimea 2017 ciambettiIl presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, è stato tra i protagonisti alla terza edizione dell’Economic Forum di Yalta (Crimea) dove è intervenuto spiegando «innanzitutto l’assurdità delle sanzioni alla Russia, sanzioni che hanno colpito il Veneto oltre a Lombardia ed Emilia: si tratta di miliardi di dollari gettati al vento che le nostre imprese e la nostra agricoltura hanno perduto in ossequio ad una politica incapace di gestire con le armi della diplomazia e del buon senso il confronto con la Russia. Anche la Nato, con le sue provocazioni e prove muscolari, ha una bella fetta di responsabilità»

Secondo Ciambetti «il vero nemico è il terrorismo jihadista e contro questo nemico andrebbero concentrati gli sforzi e l’impegno deterrente. Non è di certo un nemico da sanzionare quel popolo che, in modo democratico e trasparente, crede nell’autonomia e nell’autodeterminazione, anzi: regioni che mirano a darsi statuti autonomi attraverso referendum legittimi quanto cristallini nello svolgimento della propaganda elettorale e nel voto sono da ammirare e sostenere. Veneto e Crimea hanno grandi opportunità per rafforzare legami e relazioni economiche e noi, come Veneto, possiamo ben capire l’aspirazione di questo popolo ad avere un proprio statuto che salvaguardi l’autonomia, la lingua, storia ed identità di una terra che ha visto scrivere pagine importanti della storia russa ed europea».

Ciambetti, assieme ad una delegazione di imprenditori e consiglieri regionali del Veneto, sottolinea l’importanza dell’evento: «il fatto che lo Yalta International Economic Forum metta tra i temi al centro del dibattito il sistema italiano, il ruolo della piccola e media impresa, i casi studio di Unicredit e Banca Intesa, l’azienda vitivinicola e il turismo crocieristico, dimostra quanta e quale sia l’attenzione posta da questa realtà al modello italiano con particolare riguardo alla realtà del Triveneto». 

«Visto il peso dell’export del prodotto agricolo veneto, le sempre maggiori quote di mercato del nostro vino di qualità, ma anche il ruolo che i nostri cantieri dell’alto adriatico svolgono nella crocieristica non sorprende l’attenzione della Crimea verso il Veneto – ha evidenziato Ciambetti -. Estremo rilievo viene dato poi dagli organizzatori del Forum di Yalta all’esperienza maturata dallo statuto autonomo del Trentino Alto Adige e alle potenziali risorse e possibilità che l’autonomia libera per l’economia: da questo punto di vista si guarda anche al Veneto e al nostro percorso democratico per giungere allo Statuto autonomo nella convinzione che nella realtà di mercati interconnessi e livello mondiali il governo della realtà debba essere “glocal”, pensare globalmente ma agire localmente. Per la Crimea la scelta dell’autonomia sul modello sudtirolese o quello da noi ipotizzato per il Veneto può essere una strada verso nuovi equilibri in uno scenario di ritrovata pace». 

Tra il 2013 e il 2016, per l’effetto combinato delle sanzioni e della svalutazione del rublo conseguente al crollo del prezzo del petrolio, le esportazioni venete verso la Russia sono crollate soprattutto nei settori agroalimentare, per non parlare della moda, meccanica, arredamento. Non c’è solo il crollo degli ordinativi, ma i posti di lavoro persi o non creati in anni in cui l’occupazione è un’autentica sfida sociale. Nel 2016, grazie alla svalutazione dell’euro e all’apprezzamento del rublo, si registra una ripresa degli scambi commerciali, sia export, + 3,4%, che import, +4,4% e ciò dimostra che il prodotto “Made in Veneto” è ancora molto apprezzato e ambito in Russia. 

Tra la delegazione triveneta a Yalta anche il senatore trentino Sergio Divina e l’ex presidente della provincia di Bolzano, Luis Durnwalder. Divina, come del resto tutta la delegazione italiana, ha sostenuto quanto sbagliate e inopportune siano le sanzioni impartite dall’Europa alla Russia, sanzioni che con l’embargo stanno provocando danni ingenti soprattutto alla nostra economia. Divina ha inoltre rimarcato «noi siamo i disubbidienti d’Europa, nonostante le sanzioni, che riteniamo ingiuste, non abbiamo paura e siamo qui con imprenditori coraggiosi per mantenere e sviluppare i rapporti economici che servono ai nostri rispettivi Paesi». Economic Forum Yalta crimea 2017 Sergio Divina