Terapia del dolore: in Veneto bilancio di quanto fatto a sette anni dall’approvazione della legge

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hospice assistenza terminale mani nelle mani
La rete si basa su 20 hospice con 194 posti letto attivi presso tutte le Ullss della regione

hospice assistenza terminale mani nelle maniI 20 hospice del Veneto operanti in tutte le Ullss della Regione, con i loro 194 posti letto, e la rete di cure palliative, costituiscono un esempio nazionale di applicazione della legge 38 del 2010 varata per combattere il dolore. Il quadro emerge dalla sezione dedicata al Veneto della presentazione dell’Osservatorio per il Monitoraggio della terapia del dolore e delle cure palliative, avvenuta a Roma a cura della Fondazione Gigi Ghirotti Onlus con la collaborazione della Conferenza delle regioni e delle province italiane.

Il dato è emerso da un questionario sottoposto alla compilazione di un migliaio di persone (malate e non), dal quale emerge, ad esempio, che l’87% delle persone che si sono rivolte a un centro di terapia del dolore è “abbastanza” o “molto” soddisfatto dell’assistenza ricevuta, con un 6% di “non saprei” e un 7% di poco soddisfatti. L’assistenza ricevuta in un hospice ha ottenuto un gradimento dell’82%, con un 15% di “non saprei”. Stesso gradimento (82%) per l’assistenza domiciliare ricevuta, con 11% di “non saprei”.

«Il dolore in generale e le sofferenze dei malati terminali e dei loro cari – commenta l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto – sono da anni una delle priorità della sanità veneta e ricevere dalla Fondazione Ghirotti una pagella di promozione senza riserve è una bella soddisfazione. E’ però un punto di partenza e non di arrivo, perché, proprio il 28 febbraio scorso la Giunta Zaia ha approvato una delibera per definire ancora meglio il modello assistenziale delle cure palliative, personalizzando ancor di più la tipologia assistenziale. Quando la legge 38 fu approvata a livello nazionale – ricorda Coletto – l’organizzazione veneta era già stata realizzata e attivata e fu presa ad esempio anche dal legislatore nazionale per i suoi contenuti positivi». 

Valutando alcune risposte alle domande rivolte dal questionario ai cittadini, emergono risposte di particolare interesse. A parte l’atto gradimento per l’assistenza ricevuta, ad esempio emerge che il 72% degli intervistati non sa che in Italia esiste una legge che garantisce l’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative e il 7% non sa che le strutture sanitarie sono obbligate a misurare il dolore segnalandolo in cartella clinica assieme ai risultati ottenuti con la terapia. «Queso dato – dice Coletto – indica la necessità di incrementare anche la azioni di informazione al paziente, e ne faremo tesoro». 

Tra le classi d’età, sono i più giovani e i più anziani a non essere al corrente dell’esistenza di questa realtà: non lo sa l’80% dei giovani da 18 a 29 anni e il 70% degli over 74. I più informati sono i cittadini fra 30 e 44 anni (42% di sì) e quelli fra i 45 e i 59 anni (anche se i sì calano al 35%). I 20 hospice operanti in Veneto sono due nell’Ulss Dolomitica (Casa Tua Due di Belluno e Le Vette di Feltre); due nell’Ulss Marca Trevigiana (Casa Antica Fonte di Vittorio Veneto e Casa dei Gelsi di Treviso; tre nell’Ulss Serenissima (Centro Nazareth di Venezia-Zelarino, Fatebenefratelli di Venezia, Policlinico San Marco di Mestre); due nell’Ulss del Veneto Orientale (G. Francescon di Portogruaro e Centro Iris di San Donà); uno nell’Ulss Polesana (Casa del Vento Rosa a Lendinara); cinque nell’Ulss Euganea (Il Melograno a Camposampiero, Casa del Carmine a Cittadella, Paolo VI a Padova, Casa S. Chiara a Padova, hospice Montagnana); due nell’Ulss Pedemontana (Casa Gerosa a Bassano e Centro Guido Negri a Thiene); uno nell’Ulss Berica (a Vicenza); due nell’Ulss Scaligera (Marzana-Verona e Cologna Veneta).

«Saper curare bene le persone con dolore acuto e i malati terminali è, prima che un successo sanitario, un segno di civiltà. Gli esiti dell’Osservatorio della Fondazione Ghirotti per quanto riguarda il Veneto inorgogliscono. E’ un successo di tutti: per primi i medici e gli infermieri impegnati in questa lotta quotidiana contro il dolore, la prima e più grande paura di un malato» ha detto il presidente della Regione, Luca Zaia, commentando la ricerca. «Se l’87% delle persone intervistate ha giudicato positiva o molto positiva l’assistenza ricevuta – dice Zaia – significa che la nostra programmazione ha raggiunto il suo scopo e che dobbiamo proseguire sulla via delineata».