“Caso Baratter”: le minoranze del Consiglio provinciale presentano una mozione etica in difesa del Trentino

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lorenzo baratter occhi bassi
«Danno all’immagine dell’Autonomia». Intanto il Patt espelle l’ex presidente Kaswalder

lorenzo baratter occhi bassiAnche se peri il momento la posizione giudiziaria del consigliere provinciale del Patt Lorenzo Baratter parrebbe essere messa sulla via di un’uscita senza ripercussioni di carattere penale, a differenza degli altri due soggetti coinvolti nel caso degli accordi preelettorali con gli Schützen trentini (500 euro al mese di elargizione in caso di elezione per il sostegno elettorale ricevuto) condannati per corruzione elettorale, grazie all’accettazione da parte del giudice della messa in prova ai servizi sociali, viceversa sul fronte politico la vicenda non è affatto conclusa.

Sulla testa dell’ex capogruppo autonomista le minoranze consiliari di centro destra hanno stilato una mozione di censura politica. Manuela Bottamedi e Claudio Cia (Gruppo misto), Giacomo Bezzi (Forza Italia) e Maurizio Fugatti (Lega Nord) esprimono in una mozione «ferma e dura condanna per le azioni che hanno determinato l’accusa di corruzione elettorale provocando un danno all’immagine della nostra Autonomia».

La mozione è stata presentata a Trento nel corso di una conferenza stampa in cui i politici trentini hanno ribadito l’obiettivo di «impegnare la giunta provinciale a sostenere sul territorio iniziative di informazione ed educazione dei giovani alla partecipazione civica e democratica ispirata ai valori costituzionali del rispetto della legge e delle istituzioni». «L’iniziativa – ha affermato Cia – è una proposta di mozione etica in difesa del Trentino e delle sue istituzioni, nulla contro il nostro collega consigliere Baratter». «Inevitabilmente la vicenda ha avuto un’eco sovraregionale – ha aggiunto Bezzi – la risposta che il Consiglio deve dare deve essere molto ferma e determinata rispetto al clamore che si è giustamente sollevato». «Non è un atto d’accusa nei confronti di alcuno, però abbiamo pensato fosse doveroso portare all’attenzione dell’Aula un tema etico e morale – ha detto Bottamedi – per evitare che l’elettorato si allontani da un rapporto di fiducia». «Su questa vicenda c’è un grande punto interrogativo – ha concluso Fugatti – e cioè se il presidente della Provincia Ugo Rossi fosse stato a conoscenza del patto. Rossi ci dovrà dire prima o poi, alla prima seduta del Consiglio utile, se sapeva o meno del contratto con gli Schützen».

walter kaswalderIntanto per un Baratter che rimane appiccicato alla poltrona con tutte le sue forze ignorando la decenza della politica, sempre in casa del Patt si è celebrato un altro strappo politico: il collegio dei probiviri ha ratificato l’espulsione dal partito dell’ex presidente del partito e consigliere provinciale Walter Kaswalder, colpevole di essersi mosso in eccessiva autonomia rispetto ai diktat della segreteria del partito. A malincuore Kaswader accetta la decisione del partito dove ha militato per quasi mezzo secolo, annunciando che non se ne starà con le mani in mano. Probabilmente, le nuove dimissioni di un esponente politico di peso, con una buona base elettorale e di supporter si tramuterà in un boomerang verso i vertici del partito, specie se Kaswalder saprà coalizzare tutte quelle tante anime che nel corso degli ultimi anni sono uscite dal partito perché non più in sintonia con la tradizione politica autonomista storpiata in una gestione sempre più personalistica del potere.

Su richiesta del legale delle persone inquisite, si aggiorna l’articolo segnalando che Paolo Dalprà è stato successivamente assolto per insussistenza di prove con sentenza della Corte d’Appello di Trento del 26 ottobre 2018, passata in giudicato il 12 marzo 2019. Per Lorenzo Baratter, il Tribunale di Trento in data 30 maggio 2017 ha stabilito il proscioglimento perché il fatto non sussiste.