Consorzio Prosecco Doc, abolito l’impiego di fitofarmaci discussi

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Zanette: «abbiamo volontariamente deciso di cancellare l’impiego di Glifosato, Folpet e Mancozeb». Bottacin: «Bene, ma ora tocchi anche al Prosecco Docg». Zanon: «serve una norma precisa da parte della Regione»

prosecco vignetiIl Consorzio di tutela del Prosecco Doc ha deliberato, all’interno del “Vademecum vinicolo 2017” di abolire dal disciplinare l’impiego da parte degli aderenti di alcuni prodotti chimici al centro del sospetto di essere nocivi per l’ambiente e per la salute umana. Nella campagna 2017 sarà vietato l’impego di Glifosato, Folpet e Mancozeb.

Per il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, «queste molecole, nonostante siano ammesse dalla normativa vigente, sembrano essere diventate fonte di forte preoccupazione sia per le popolazioni residenti che per i consumatori. Mi impegno affinché il divieto al loro utilizzo diventi obbligatorio per tutti i produttori della nostra denominazione».

La decisione del Consorzio è stata salutata positivamente dall’assessore all’ambiente del Veneto, Gianpaolo Bottacin: «ho appreso con estremo favore questa notizia in quanto l’eliminazione delle molecole di Glifosato, Folpet e Mancozeb, che tra i principi attivi dei fitofarmaci sono certamente quelli più discussi, renderà il nostro Prosecco di livello ancora superiore. Sarebbe bello – aggiunge Bottacin – che tale sensibilità venisse recepita anche a livello statale in una vera e propria normativa con cui i fitofarmaci fossero eliminati definitivamente. Ma in attesa che ciò accada auspico che la medesima decisione sia presa anche dal consorzio di tutela del Prosecco Docg. Anzi, vista la grande qualità di tale prodotto, la aziende del Docg dovrebbero avere ancora più sensibilità dal punto di vista ambientale. Un prodotto di qualità infatti si misura anche da questo».

Sul tema interviene anche il consigliere regionale Dem, Andrea Zanoni che plaude all’iniziativa ma rilancia: «l’uso di pesticidi di sintesi nelle vigne per la produzione di Prosecco va progressivamente eliminato puntando al biologico, e lo deve imporre la Regione con legge. Non possiamo fare esclusivo affidamento su forme di autodisciplina da parte dei Consorzi. Ha ragione il WWF Terre del Piave – argomenta l’esponente dei Democratici – a chiedere che la Giunta Zaia coinvolga maggiormente cittadini ed associazioni, in quanto, per iniziare un vero percorso partecipativo che porti al prestigioso riconoscimento Unesco, non si possono ascoltare soltanto i produttori. La Regione deve affrontare anche i problemi ambientali che ci sono nelle zone di Conegliano e di Valdobbiadene, denunciati da tempo dai residenti».

Per Zanoni  «al primo posto tra le preoccupazioni ambientali c’è l’utilizzo massiccio di fitofarmaci, che pone il Veneto in controtendenza rispetto alle altre Regioni italiane. La produzione di Glera, il vitigno del Prosecco, è raddoppiata nel giro di sei anni; solo nel 2016, secondo i dati di Confagricoltura, sono state presentate richieste di impianto di nuovi vigneti per circa 35.000 ettari. Sta quindi diventando una produzione industriale, con i rischi conseguenti, poiché è una coltura sicuramente impattante per l’ambiente, visto l’uso massiccio di pesticidi». «Siamo soddisfatti – continua il consigliere regionale – per la decisione presa dal Consorzio di tutela della Doc del Prosecco di eliminare volontariamente alcuni pesticidi, con il nuovo “Vademecum viticolo 2017”, ma questo non può essere sufficiente. Deve essere la Regione a stabilire regole certe, fissando le sanzioni per chi le viola. Le buone intenzioni del Consorzio sono sì importanti, però non sono sufficienti per tutelare adeguatamente ambiente e cittadini, in quanto manca la forza della legge».