Parmalat su valore dell’Opa discordanza tra azionisti maggioranza e minoranza

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Intanto, Sofil (controllante Parmalat per conto di Lactalis) presenta esposto in Consob contro il fondo Amber

parmalat confezioni latte UHT scaffale supermercatoIl consiglio di amministrazione di Parmalat ha approvato a maggioranza il “comunicato dell’emittente”, cioè il documento in cui esprime le sue valutazioni sul prezzo dell’Opa lanciata da Lactalis a 2,8 euro ad azione.

Il Cda ha valutato «congruo» il corrispettivo offerto dai francesi anche se ha rilevato, «così come evidenziato nel parere degli amministratori indipendenti», che il prezzo di 2,8 euro «si pone nella parte inferiore dell’intervallo dei valori indicati nella fairness opinion (giudizio di conguità, ndr) di Lazard», consulente degli amministratori indipendenti. L’Opa, che interessa poco più del 12% del capitale di Parmalat non ancora in mano ai francesi, partirà giovedì prossimo per concludersi il 10 marzo. I fondi ancora presenti nel capitale, a partire da Amber, considerano il prezzo offerto dai francesi troppo basso.

Il giudizio di congruità espresso dal Cda di Parmalat sul prezzo dell’Opa lanciata da Lactalis ha ricevuto il voto contrario di Umberto Mosetti, unico rappresentante degli azionisti di minoranza nel consiglio del gruppo di Collecchio. Nel comunicato dell’emittente si legge infatti che Mosetti ha ritenuto «non congruo» il prezzo di offerta in quanto «la valutazione» di Parmalat «è basata su stime eccessivamente prudenti e non coerenti con l’effettivo andamento della Società» mentre «le valutazioni degli advisor» del Cda (Leonardo) e degli amministratori indipendenti (Lazard) «si basano su metodologie non condivisibili (specialmente per quanto riguarda i dati prospettici di andamento utilizzati) che portano ad esprimere un valore fortemente sottostimato». Inoltre il giudizio di congruità non «tiene conto in alcun modo degli effetti del contenzioso in essere tra Parmalat e Citigroup», a cui il gruppo italiano ha chiesto 1,8 miliardi di euro di danni e «il cui impatto sul valore della Società è potenzialmente molto significativo».

Parmalat ha chiesto a Citigroup 1,8 miliardi di euro di danni in relazione al crac di Collecchio del 2003, dopo che nel 2015 otto dipendenti della banca americana, a processo per concorso in bancarotta fraudolenta, hanno patteggiato. La richiesta non è stata però presa in considerazione dal Cda di Parmalat, al pari delle cause promosse da Citigroup verso la società, per valutare se il prezzo dell’Opa di Lactalis sia adeguato. «Le proiezioni finanziarie messe a disposizione dal management per la predisposizione della “fairness opinion” non includono l’impatto del possibile esito delle controversie, per sua natura incerto» rileva nel comunicato dell’emittente, Lazard, advisor degli amministratori indipendenti. La maggioranza degli indipendenti, da cui si è dissociato il consigliere delle minoranze Umberto Mosetti, ha sottolineato che «l’alea» sui giudizi in corso con Citigroup non consente di tradurre il possibile esito in una «valutazione numericamente puntuale ai fini del giudizio di congruità», mentre «utilizzare a fini valutativi il petitum» delle cause «sarebbe un esercizio privo di ogni reale valenza». Resta il fatto, sottolineano gli indipendenti, che Lactalis non ha previsto meccanismi «per la compartecipazione» degli azionisti che aderissero all’Opa «agli eventuali successivi introiti» derivanti dal contenzioso Citigroup.

Leonardo, advisor del Cda di Parmalat nella valutazione della congruità dell’Opa Lactalis, stima che le cause “incrociate” tra il gruppo di Collecchio e Citigroup potrebbero valere fino a 1 euro ad azione, nello scenario migliore per Parmalat, o costare fino a 0,5 euro ad azione, in quello peggiore. Parmalat ha citato in giudizio Citigroup chiedendo 1,8 miliardi di euro di danni, mentre la banca americana ha instaurato una serie di contenziosi che, in caso di vittoria, potrebbero essere soddisfatti con l’emissione di un massimo di 364 milioni di azioni, pari a oltre un miliardo di euro ai valori attuali del titolo in Borsa.

Intanto, Lactalist ha reso noto che Sofil, la controllante di Parmalat, «di aver presentato un esposto a Consob contestando una pluralità di scorrettezze informative» da parte del fondo Amber «suscettibili anche di incidere sull’andamento del titolo e sull’esito» dell’Opa «a discapito di chi» come Sofil «rispetta i doveri di corretta informativa nei confronti degli azionisti chiamati a decidere».