Foibe: il Giorno del ricordo spacca la politica

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Polemiche per le celebrazioni del 10 febbraio disertate dal centro sinistra nazionale. Appello di Gasparri e Giovanardi a Mattarella perché incontri gli esuli istriani. Fedriga: vergogna che nessuna delle 4 più alte cariche dello Stato partecipi alle celebrazioni»

foiba basovizza celebrazioni 2016 cosolini serracchianiIn vista delle celebrazioni del Giorno del ricordo per commemorare le vittime delle foibe al monumento nazionale di Basovizza, scoppiano le polemiche tra il centro destra e il centro sinistra, quest’ultimo accusato di disertare un evento che ha contrassegnato dolorosamente la fine della Seconda guerra mondiale.

I senatori Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi hanno indirizzato una lettera al Presidente della Repubblica Mattarella, in cui si ricorda che «l 10 febbraio ricorre il 70° anniversario della firma del Trattato di Pace fra l’Italia e le Forze alleate che pose fine alla Seconda guerra mondiale, ma anche alla speranza di 350.000 italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, costretti a lasciare quelle terre. Cercarono rifugio anche in Italia uomini, donne e famiglie di ogni ceto sociale e orientamento politico, compresi tanti di quelli che avevano fatto parte della Resistenza contro il nazi fascismo, perdendo ogni loro bene per non sottomettersi al duro regime comunista». Gasparri e Giovanardi sottolineano come «in questi 70 anni gli esuli e le loro associazioni hanno dimostrato al mondo come si possa affrontare con dignità e spirito di sacrificio la tragedia che li ha coinvolti. Sono stati anni anche di amarezze, incomprensioni e qualche volta di dileggio e certamente l’Italia ancora oggi è inadempiente rispetto agli impegni che i vari governi succedutisi nel tempo avevano assunto nei loro confronti. Ma una cosa gli esuli non potranno mai dimenticare: i paesi e le città in cui sono sepolti i loro antenati, la grande cultura istro-veneta che ha connotato quelle terre nella lingua, nella letteratura, nell’architettura, nelle chiese e nelle opere d’arte che oggi fortunatamente dopo l’entrata in Europa della Slovenia e della Croazia tornano ad essere patrimonio e casa comune di tutti gli europei. E’ con questo spirito che le associazioni degli esuli le hanno chiesto di essere ricevuti in occasione della Giornata del Ricordo. Tenuto conto dei suoi numerosi impegni, le Associazioni sono disponibilissime a incontrarla anche nei giorni antecedenti o successivi al 10 di febbraio, perché l’Italia nella sua massima espressione istituzionale riconfermi la solidarietà e l’affetto nei confronti di quei concittadini che più di tutti hanno pagato i disastri della Seconda guerra mondiale».

La polemica è rilanciata dal capogruppo triestino della Lega Nord alla Camera dei Deputati Massimiliano Fedriga: «è inaccettabile che nessuna delle quattro massime cariche istituzionali dello Stato trovi il tempo per essere presente il prossimo 10 febbraio a Trieste in occasione delle celebrazioni della Giornata del ricordo. In ogni caso – prosegue – noi della Lega Nord saremo presenti per non dimenticare mai il massacro compiuto dai comunisti di Tito nei confronti di vittime innocenti. Una strage infame che qualcuno in Italia, vergognosamente, nega sia stata compiuta».

Se Mattarella, Grasso, Boldrini e Gentiloni mancheranno la commemorazione, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha annunciato via social che lui ci sarà: «italiani di serie A e italiani di serie B? Per il Giorno del Ricordo dei Martiri delle foibe, il 10 febbraio al monumento nazionale di Basovizza (Trieste) pare non ci saranno le principali “autorità” dello Stato, Mattarella, Grasso, Boldrini e Gentiloni. 350.000 esuli italiani in fuga dal regime comunista slavo, migliaia di innocenti ammazzati e infoibati dai comunisti: una strage infame che qualcuno in Italia, vergognosamente, nega sia stata compiuta. Il 10 febbraio a Basovizza io ci sarò . #pernondimenticare». 

Chi cerca di smorzare la polemica politica è l’Unione degli Istriani che invita «tutte le forze politiche, nazionali e locali, nella ricorrenza del Giorno del ricordo che quest’anno coincide con il 70/o Anniversario del Trattato di Pace di Parigi, ad astenersi in maniera responsabile da qualsivoglia polemica o provocazione, evitando così di avvelenare la vigila della ricorrenza, sminuendone significato e valenza morale e storica». Lo afferma in una nota Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli Istiani, una delle sigle che rappresentano gli esuli di Istria e Dalmazia. 

«Il 10 Febbraio, questo in particolare – aggiunge Lacota – non può e non deve alimentare alcuna forma di scontro politico oppure partitico di carattere speculativo intorno alla celebrazione di una giornata che necessariamente dovrebbe portare a riflettere in silenzio chiunque abbia a cuore i sentimenti di sofferenza e sopportazione degli Esuli istriani, fiumani e dalmati. Vero è che l’assenza delle massime cariche dello Stato a questa celebrazione lascia a tutti l’amaro in bocca, ma ciò non giustifica, in nessun modo, la nascita e lo sviluppo di contrapposizioni sterili e strumentali che rischiano seriamente di offuscare ovunque nel Paese la portata di questo importante anniversario. Gli Esuli questo non lo vogliono, e l’Unione degli Istriani non lo permetterà».