Soddisfazione dei presidenti Zaia e Ruffato e delle categorie economiche regionali
Il nuovo Statuto della regione Veneto è ormai una realtà che ha terminato un’attesa durata anni. I 65 articoli del nuovo Statuto delineano i principi fondamentali e i diritti ai quali si dovrà ispirare l’operato della regione Veneto, definiscono le modalità di partecipazione da parte dei cittadini e delle autonomie sociali, l’autonomia della Regione, i suoi rapporti con le autonomie locali e con l’Unione Europea e riconoscono la libera iniziativa economica, individuale e collettiva, in particolare delle piccole e medie imprese.
Grande attenzione viene rivolta alla persona e alla famiglia, alla difesa del patrimonio culturale ed ambientale, alla valorizzazione dell’autonomia dei comuni, delle loro unioni e delle province in un’ottica federalista di sussidiarietà ed economicità. La parte centrale e più corposa dello Statuto è dedicata a poteri, competenze e prerogative dei tre organi della Regione: Consiglio, Presidente della Giunta e Giunta. L’ultima parte della nuova carta statutaria è dedicata a bilancio ed organizzazione della Regione e dei suoi enti strumentali.
Tra le novità previste, il principio di responsabilità al quale deve ispirarsi la Regione nella sua attività, che reca come corollario l’obbligo del pareggio di bilancio; l’incentivazione all’associazione tra enti locali; l’autonomia e la specificità dei territori montani, delle aree svantaggiate e l’autonomia della provincia di Belluno; i diritti e doveri del contribuente; la valorizzazione del Consiglio regionale, la sua composizione (uno consigliere ogni 100 mila abitanti e comunque non più di 60) e quella della Giunta (non più di 1/5 dei Consiglieri con un massimo del 50% di assessori esterni).
Il nuovo Statuto conferma l’elezione diretta del presidente della Giunta, rafforzando nel contempo il ruolo del Consiglio, anche in termini di controllo dell’esecutivo attraverso la valutazione preventiva e successiva delle leggi, la vigilanza sugli enti e le società regionali, il riconoscimento delle funzioni d’opposizione, per controbilanciare i notevoli poteri del presidente della Giunta, garantiti appunto dall’elezione diretta. Tra gli altri elementi d’interesse del nuovo Statuto, la grande attenzione per l’efficienza dell’azione amministrativa ed il suo risultato, la generalità delle funzioni amministrative dei comuni, la distinzione tra politica e attività amministrativa, la determinazione dei livelli minimi di efficienza che tutte le amministrazioni dovranno rispettare.
Soddisfatto il presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato (PdL): “una legge destinata a entrare nella storia dell’istituzione regionale e del Veneto che sintetizza i valori, la cultura e le tradizioni del popolo veneto e indica nel contempo la strada per affrontare le sfide della democrazia, della partecipazione, dell’innovazione, dello sviluppo economico e sociale della nostra Regione”.
Ruffato ricorda gli 11 anni impiegati per rinnovare lo Statuto: “un risultato raggiunto dopo un travaglio durato troppo a lungo, al termine di un confronto a tratti duro, aspro, incerto, ma sempre proteso, anche nei momenti piu’ difficili, a cercare nella mediazione quello che unisce e quello che può aiutare il Veneto. Credo ci siamo riusciti”.
Un evento storico anche per il presidente della regione, Luca Zaia (Ln): “l’approvazione dello Statuto del Veneto, è un avvenimento storico per il Veneto”, ringraziando “uno per uno tutti i consiglieri regionali che hanno consentito questa svolta epocale, fino al presidente della Commissione Statuto Carlo Alberto Tessarin che ha svolto un lavoro preziosissimo, e il relatore di minoranza, Emilio Reolon, che ha messo una notevole capacità di mediazione”. Zaia ha commentato il contenuto e la portata del nuovo Statuto: “mi pare fondamentale la sottolineatura di uno Statuto che, unico in Italia, regolamentando la vita delle altre istituzioni territoriali, ambisce ad essere una vera e propria carta fondamentale dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini.”
Il presidente della regione ritiene che con il nuovo Statuto si possa finalmente dare una risposta anche all’attuale crisi della politica: “l’impianto di questa carta fondamentale è di rilevanza epocale perché, in questo momento di disorientamento e persino di collera dei cittadini di fronte ad alcune perversioni in cui è caduta parte della politica, il nostro Statuto anticipa e regolamenta provvedimenti che rappresentano un duro colpo alla cosiddetta ‘casta’. Grazie ad essi, possono diventare strutturali interventi economici che, nell’ottica e nella prassi del miglior federalismo, rendono stabili i principi di efficienza, di controllo e di risparmio.” Uno Statuto, per Zaia, federalista e anticipatore dei tempi: “a 63 anni dalla Costituzione repubblicana, finalmente essa viene interpretata in un alto documento della vita nazionale, in senso federalista. Ciò che finora la prassi centralista aveva precluso, noi attuiamo, sancendo la fine dello Stato borbonico e poliziesco. Regione e contribuente sono su un piano di parità, perché il contribuente ha diritto di essere percepito dall’istituzione come il proprio punto di riferimento, e titolato di buona fede fino a prova contraria.”
Soddisfazione anche da parte delle categorie economiche della Regione: in un comunicato congiunto, Confartigianato, Confindustria e Confcommercio definiscono l’approvazione del nuovo Statuto “un fatto positivo, una nuova ‘Carta’ adeguata ai tempi e alle esigenze gestionali di una Regione che vuole essere ancora protagonista nei prossimi anni, ed una riduzione dei costi e della burocrazia”. Per Andrea Tomat, Giuseppe Sbalchiero e Massimo Zanon, rispettivamente Presidente regionale Confindustria, Confartigianato Imprese e Confcommercio del Veneto, “lo Statuto sino ad oggi in vigore – proseguono i tre Presidenti- venne approvato il 22 maggio 1971, quaranta anni fa. E nelle condizioni socio economiche di quegli anni affondava i propri articoli e principi. Era assolutamente necessario rimodernare la “Carta” costituzionale veneta per aprire una nuova fase che, speriamo, rivoluzionerà l’operatività del Consiglio Regionale stesso. Uno degli obiettivi che è stato raggiunto è quello di avere un Consiglio che lavorerà in maniera più snella dato che saranno limitate le assurde pratiche ostruzionistiche di cui abbiamo avuto triste esperienza sulla nostra pelle di imprenditori in occasione dell’approvazione del secondo Piano Casa”.
“Sul piano del risparmio – proseguono Tomat, Sbalchiero e Zanon -, troviamo che la soluzione di un consigliere ogni centomila abitanti sia un buon compromesso. Oggi in Veneto abitano poco più di 5milioni di persone e non crediamo che questo numero possa variare in modo repentino. Ciò significa che la casta regionale perderà certamente una decina di consiglieri.
Un bel segnale ed un risparmio che va ad aggiungersi a quello, forse più interessante dal punto di vista quantitativo, della modifica dei criteri per la costruzione dei gruppi consiliari. La macchina operativa costa moltissimo”. “Adesso, approvato lo Statuto – continuano gli esponenti delle categorie – auspichiamo che si possa arrivare in tempi brevi anche alla definizione del nuovo Regolamento in modo da cominciare a lavorare il prima possibile in modo snello e più moderno”.
Infine un ringraziamento al regista di tutto: “va dato merito al Presiedente Zaia – concludono i tre esponenti dell’economia veneta – di aver preferito la discussione e la trattativa al muro contro muro. Ciò gli consente di passare alla storia per aver approvato lo Statuto del Veneto”.