Crescono quotazioni, consumi interni ed export del prodotto
Il Parmigiano Reggiano è in buona salute. Lo dicono i dati forniti dal Consorzio, che parlano di una forte ripresa del prodotto dopo un pessimo 2015: salgono del 12% le quotazioni, attestatesi alla media di 8,63 euro al chilo (con un balzo a dicembre di 9,66 euro al chilo), e crescono anche la produzione (+5,1%, per un totale di 3.469.000 forme), i consumi interni (+0,3) e l’export (+5,8%, 49 mila tonnellate in tutto).
Dalle esportazioni arriva il dato forse più sorprendente: con oltre 10.000 tonnellate il primo mercato straniero del Parmigiano Reggiano sono gli Stati Uniti, che superano la Francia, per anni punto di riferimento indiscusso dell’export del prodotto. Cresce anche il mercato europeo, mentre Australia, Sudafrica e Medio Oriente rappresentano nuovi interessanti sbocchi.
Il Consorzio è particolarmente attivo anche per quanto riguarda la vigilanza sulle imprese che sono legate in vario modo al Parmigiano Reggiano. «Abbiamo messo in atto non solo una selezione di qualità su tutte le forme prodotte – spiegano il presidente Alessandro Bezzi e il direttore Riccardo Deserti – ma anche 2.325 azioni di vigilanza in 1.980 punti vendita, 650 imprese di ristorazione italiana e altrettante realtà di distribuzione in venti Paesi esteri». Vigilanza che si estende con successo anche alla diffusione di denominazioni ingannevoli e al monitoraggio degli annunci di vendita online riguardanti il prodotto.