Il settore agroalimentare del Veneto “vale” 5,5 miliardi di euro

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Agricoltura Emilia Romagna riso nelle mani
Vola il vino, bene la produzione in genere, ma il settore soffre del calo dei prezzi alla produzione

Agricoltura Emilia Romagna riso nelle maniProduzione agricola a 5,5 miliardi di euro, risultati altalenanti nei diversi comparti, bene il vino ma male la zootecnia. Sono alcuni dei risultati del report sull’andamento del settore agroalimentare veneto presentato da Veneto Agricoltura. La produzione 2016 vede un aumento complessivo del 4,1% con percentuali che oscillano nei vari settori tra il 3,3% e il 6,3%.

«Il quadro è buono per quanto riguarda l’attività agricola perché si vede un aumento della produzione – ha spiegato il direttore dell’Agenzia regionale, Alberto Negro – purtroppo la riduzione dei pezzi si è mangiata quel più di produzione che invece i campi hanno dato all’agricoltura». Il vino si riconferma principe tra le produzioni con un +4% della produzione di uva (13 milioni di quintali e quindi circa 10 milioni di ettolitri di vino). Soffre la zootecnia con una contrazione marcata del consumo di carne bovina (-4,8% in produzione e -6,8% in valore). Per quanto riguarda il mercato del lavoro si contrae leggermente il numero delle imprese attive (-1%) mentre aumentano gli occupati in agricoltura (+18% nei primi tre trimestri 2016, rispettivamente +12% per gli indipendenti e +26% per i dipendenti).

Il calo della superficie ha portato una flessione produttiva del mais a 1,7 milioni di ton. (-4%) e del riso (-7%), mentre la stabilità degli ettari a soia ha portato un raccolto oltre il 3% sul 2015. Bene frumento tenero (+8,5%), frumento duro +73% e orzo +35%. Male la produzione della barbabietola da zucchero (-7%), e del tabacco (-4%). Triplicata la produzione di girasole, quasi raddoppiata quella di colza. E’ aumentata la produzione di patate (+10%), radicchio (+9%) e lattuga (+54%), cala invece la produzione di fragole (-11%). Registrano +7% la produzione di mele e +9% di actinidia. Calano i raccolti di pere (-11%), pesche (-4%) e ciliegie (-2%). 

Dal punto di vista commerciale c’è la ripresa dei prezzi delle pesche dopo due annate negative (+37%); pere (+7%) e ciliegie (+10%), in calo le quotazioni di mele (-9%) e actinidia (-30%). Bene anche la produzione di uva (+4%) che ha raggiunto la quantità record di 13 mln di q.li per circa 10,1 mln di ettolitri di vino dovuti anche all’ aumento dell’8% di nuove superfici a vigneto. Aumentati del 5,5% in media i prezzi, sospinti dalle note positive della vendemmia e dall’andamento crescente dell’export (+8,8% nei primi 9 mesi 2016). Salite a 1,14 milioni di ton. la quantità di latte prodotta, ma il prezzo è calato mediamente dell’8%. Male la carne bovina (-4,8% in quantità e -6,8% in valore) con un calo dei prezzi dell’1-2%. La produzione della carne suina è salita del 2% trainata da quotazioni di mercato in crescita dello 7,5%. Aumento del 7% della carne avicola, ma con un calo dei prezzi di mercato dell’11%. 

Dopo 15 anni infausti, la flotta peschereccia veneta torna a crescere dello +0,3% e così il numero di imprese dedite alla pesca (+1,2%). La produzione della pesca marittima nel primo semestre 2016 è stimata comunque in calo del 18,7%. Ancora in calo il numero delle imprese agricole: è sceso nei primi 9 mesi del 2016 a 64.524 unità, in calo dell’1% così come il numero di imprese dell’industria alimentare (3.686 unità attive, -0,75%). Salgono del 18% gli occupati in agricoltura nei tre trimestri 2016, derivante dal +12% degli occupati indipendenti e +26% dei dipendenti. Il deficit della bilancia commerciale veneta dei prodotti agroalimentari nei primi tre trimestri del 2016 risulta quasi dimezzato (-49,5%) sul 2015, essendo sceso a 210 milioni di euro in seguito a un incremento dell’import (4,8 miliardi, +1%) decisamente inferiore all’aumento dell’export (4,6 miliardi di euro, +6,1%).