“Luce su Giovanni Bellini” ha riunito alle Gallerie dell’Accademia tutti i soggetti che ne hanno permesso l’attuazione
di Giovanni Greto
“Luce su Giovanni Bellini”, un progetto culturale di partecipazione condivisa per celebrare il Cinquecentenario dalla morte del pittore veneziano (1430 circa-1516), per la prima volta ha unito un ampio numero di realtà pubbliche e private di Venezia e del Veneto. E’ stato promosso dal Mibact Direzione generale musei Polo museale del Veneto e dalla Regione del Veneto, con il coinvolgimento di moltissime entità, – dalla Fondazione Querini Stampalia, alle Gallerie dell’Accademia, la Curia Patriarcale, il MUVE, la Fondazione Cini, l’Ulss12 , i comuni di Verona, Treviso, Vicenza, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo – di un elenco foltissimo.
Nell’incontro con gli addetti ai lavori alle Gallerie dell’Accademia, a conclusione dell’anniversario, la direttrice Paola Marini, ha rivelato come l’obiettivo del progetto sia stato quello di celebrare la memoria di un pittore straordinario e di sollecitare il grande pubblico a conoscerne la produzione artistica conservata nei musei cittadini e in molte realtà del territorio che attendono di essere esplorate e riconosciute, grazie alla proposta di una visione contemporanea del museo, inteso come parte di un organismo più ampio e articolato, fatto di relazioni fra i dipinti e gli edifici sacri e civili per i quali vennero realizzati, di legami fra le immagini e il significato dei luoghi.
Terzo, cronologicamente, di una famiglia di pittori (il padre Giacomo, nacque verso il 1400; il fratello Gentile probabilmente nel 1429), Giovanni, noto come Giambellino, nella sua lunga parabola artistica è uno dei principali innovatori della pittura veneziana, introducendo le più alte vicende del Rinascimento fin entro il primo quindicennio del 1500, quando la sua pittura, in cui la luce e il colore creano un effetto nuovo di spazialità, sarà in grado di reggere ancora, senza diminuzione, il confronto con quella di Giorgione e del giovane Tiziano.
La proposta culturale che lega Venezia al territorio potrà proseguire nel tempo – visto che sono state messe in rete chiese, istituzioni e musei custodi delle opere dell’artista -, in virtù dei numerosi materiali di comunicazione prodotti:
– un sito web dedicato, a cui si accede da due domini (www.bellini500.org e www.lucesugiovannibellini.org)
– una App (ibellini500);
– una mappa cartacea, stampata in 25000 copie o scaricabile dal sito web, che conduce nei luoghi belliniani di Venezia e del territorio;
– una pubblicazione per immagini che si apre a fisarmonica (Luce su Giovanni Bellini. Un viaggio tra Venezia e il Veneto), che elenca tutte le opere presenti, da una parte a Venezia, dall’altra nel Veneto;
– totem e piantane poste in ciascuna sede per rendere subito evidente al pubblico dove è possibile ammirare i capolavori.
Giulio Manieri Elia, ha poi guidato gli addetti ai lavori presenti a scoprire ben 15 opere conservate tra le collezioni delle Gallerie dell’Accademia, descrivendole e commentandone i tratti più significativi.
Nell’ambito del progetto vanno inoltre segnalati due interventi importanti: il restauro di due tele di Paolo Farinati, realizzate nel 1571 dal pittore veronese a completamento della “Pietà” che Giovanni Bellini esegue nel 1472 circa per il palazzo Ducale di Venezia. L’opera, ricomposta, è ora visibile presso gli appartamenti del doge. A questa segue il recupero di una importante pala d’altare, “Madonna in gloria e otto Santi”, fino ad oggi non visibile, finalmente ammirabile al museo diocesano nel chiostro di Sant’Apollonia.
Il progetto, infine, è stato anche l’occasione per “portare luce” ad alcuni capolavori, grazie ad un nuovo sistema d’illuminotecnica realizzato con l’impiego delle aziende Targetti e Ettore Bertoldini Costruzioni Meccaniche. E’ già stata realizzata l’illuminazione de “la Vergine con il Bambino fra i Santi Giovanni Battista, Francesco, Girolamo, Sebastiano e il committente inginocchiato Giacomo Dolfin”, nella chiesa di San Francesco della Vigna. Nei prossimi mesi saranno interessate le chiese di San Giovanni Crisostomo (Pala con i Santi Girolamo, Cristoforo e Ludovico da Tolosa), San Zaccaria (Madonna con il Bambino e i Santi Pietro, Caterina d’Alessandria, Orsola e Gerolamo e un angelo musicante) e la basilica dei SS. Giovanni e Paolo (pala con i Santi Cristoforo, Vincenzo Ferrer e Sebastiano, alias “polittico di San Vincenzo Ferrer”).