Immigrazione: secondo i dati di Frontex, nel 2016 su rotta Mediterraneo centrale il numero più alto mai registrato di arrivi

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Migranti a Lampedusa foto archivio
Complessivamente il numero degli arrivi è a quota 364.000, di cui 181.000 in Italia, record storico

 

Migranti a Lampedusa foto archivioSecondo Frontex, l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, nel 2016 il numero totale degli arrivi in Europa di clandestini extracomunitari dalle due principali rotte marittime del Mediterraneo è calato di due terzi rispetto all’anno precedente. Il numero degli arrivi complessivi è sceso a 364.000, con un calo significativo per quanto riguarda la Grecia, mentre l’Italia, osserva Frontex, ha registrato invece un «numero record di migranti» aumentati a 181.000, «il numero più alto mai registrato».

Secondo Frontex questo riflette una pressione migratoria che proviene dal continente africano, in particolare dal suo versante occidentale. Dal 2010, ricorda inoltre Frontex, l’Italia ha visto aumentare di dieci volte tanto gli arrivi dall’Africa occidentale. I nigeriani, in particolare, rappresentano il principale gruppo di migranti che arrivano su questa rotta, prima dei cittadini di Eritrea, Guinea, Costa d’Avorio e Gambia.

Secondo le stime preliminari di Frontex, lo scorso anno il numero dei migranti individuati è invece calato del 79% nelle isole elleniche dell’Egeo e nella parte continentale della Grecia (oltre 182.000 arrivi). La flessione sarebbe dovuta in larga parte all’accordo Ue-Turchia, entrato in vigore lo scorso marzo, che ha potenziato il controllo delle frontiere da parte delle autorità turche e reso possibili i ritorni di migranti dalle isole elleniche alla Turchia. Il dato sarebbe stato influenzato anche da una stretta sui controlli alle frontiere nei Balcani occidentali. Il calo del numero degli arrivi riguarda anche la rotta dei Balcani occidentali, scesa dai 764.000 migranti del 2015 ai 123.000 del 2016. 

Nulla, invece, riguardo al fronte africano, quello che maggiormente interessa l’Italia, dove il flusso è decisamente cresciuto, complice la fallimentare politica tricolore del servizio di recupero dei natanti sgarrupati su cui sono imbarcati gli aspiranti clandestini a pochi chilometri dalla costa africana, quasi fosse un comodo servizio di taxi gratis verso il bengodi europeo, pagato a piè di lista dai contribuenti italiani per un controvalore di quasi un miliardo di euro all’anno. Forse è arrivato il momento di fare cessare questo stato di cose e rafforzare seriamente le misure antinvasione delle coste nazionali.