A Cortina Vespa boccia il referendum sull’autonomia del Veneto

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Ciambetti: «Vespa svela perché il Palazzo teme il referendum per l’autonomia del Veneto: salterebbe il sistema di clientele, di assistenzialismo e sprechi su cui si regge lo Stato»

 

cortina libriAll’edizione 2017 di “Una montagna di libri “ in svolgimento a Cortina, Bruno Vespa è intervenuto per presentare la sua ennesima fatica letteraria e coglie l’occasione del palco per sferrare un duro attacco alla richiesta della Regione del Veneto di indire il referendum per l’autonomia speciale.

«Il referendum sull’autonomia secondo me sono soldi sprecarti, Rispetto il governatore Luca Zaia, se ritiene ci provi pure per ragioni politiche interne. Ma il referendum non si può accettare, provocherebbe una reazione a catena. Salterebbe tutto il sistema» ha detto Vespa portando alla luce il perché Roma è così recalcitrante a riconoscere un diritto basilare, quello di esprimersi democraticamente, al popolo veneto.

Le parole di Vespa danno spunto al presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, di fare una riflessione politica: «Bruno Vespa a Cortina ha avuto il coraggio di dire quello che in molti temono nell’establishment, nelle élite e tra i partiti nazionali: il referendum per l’autonomia del Veneto non si può accettare perché si innescherebbe una reazione a catena e salterebbe  tutto il sistema». 

Secondo Ciambetti «il Veneto non potrebbe più essere la mucca da mungere, la mangiatoia con cui tenere in piedi una baracca che fa acqua da tutte le parti: il referendum dell’autonomia del Veneto metterebbe allo scoperto i mali e le ipocrisie dello stato centrale. Per questo lo si teme. Vespa è un acuto osservatore – spiega Ciambetti – e conosce come pochi i meandri e i trabocchetti dei salotti radical chic come i mille corridoi del potere romano: è un curiale per eccellenza e come pochi sa intuire i pericoli e per questo ha capito benissimo che il Veneto non ha più intenzione di pagare a piè di lista le spese altrui e vuole tenere a casa propria i propri soldi per spenderli al meglio per le  esigenze di chi vive e lavora onestamente nella nostra terra. Vespa  – prosegue Ciambetti – fa cadere il velo dell’ipocrisia. Le sue parole possono suscitare amarezza o rabbia, ma sono la spia di una paura concreta: se il Veneto sceglie la strada dell’autonomia con grande partecipazione di popolo, difficilmente si potrà negare ai veneti ciò che lo stato italiano garantisce a trentini, sudtirolesi. E questo, tra le altre cose, imporrebbe allo stato una vera revisione della spesa o, se preferite, una autentica cura dimagrante e l’addio a spese inutili e insostenibili azzerando le clientele, l’assistenzialismo, la spesa inutile e gli sprechi: paradossalmente, il referendum per l’autonomia del Veneto potrebbe aprire la strada alla modernizzazione del Paese. E chi tema la modernizzazione vera – conclude Ciambetti – s’opporrà in ogni modo alla conquista dell’autonomia dei Veneti».