Mercato auto: il 2016 si è chiuso con la crescita del 15,8% (a dicembre +13,1%)

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Nordio: «servono precise azioni per rendere strutturale l’annodernamento del parco circolante». Pavan Bernacchi: «possibile ulteriore piccola (+4%) anche nel 2017, ma è sempre possibile una contrazione»

 

autoparco teslaL’anno 2016 si chiude in crescita del 15,8% con 1.824.968 unità, un volume di vendite che è andato al di là delle aspettative, con il mese di dicembre che chiude ad un +13,1%, nonostante un giorno lavorativo in meno. Le vetture immatricolate nel mese di dicembre sono state, infatti, 124.438 rispetto alle 110.060 del dicembre 2015. L’intero anno, con un incremento del 15,8%, registra 250.000 unità in più rispetto alle 1.575.737 dell’intero 2015. 

L’andamento del mercato 2016 è stato caratterizzato da una crescita che non ha avuto riscontri nei consumi di altri beni durevoli, soprattutto perché indotta da due elementi decisivi: nei primi sei mesi dell’anno, le forti azioni commerciali delle Case con le loro Reti hanno determinato una spinta nel canale privati, nella seconda metà, leve fiscali interessanti, come “superammortamento” e “Nuova Sabatini” hanno determinato un impulso sulle vendite a società, anche con un certo anticipo della domanda di auto aziendali che non sono beni strumentali in vista dell’esclusione del beneficio del “superammortamento” per il 2017. 

Il mercato italiano si è così portato su un livello che è ancora inferiore del 26,8% rispetto al massimo ante-crisi fatto registrare nel 2007 a quota 2.493.106 e del 16,1% rispetto alla media annua di  2.174.577 immatricolazioni che caratterizzò la precedente fase ciclica che va dal 1993 al 2007. Secondo il Centro Studi Promotor, il gap che ancora rimane su quest’ultimo livello dovrebbe essere colmato nel 2018, mentre nel 2017 le immatricolazioni dovrebbero attestarsi a quota 2.031.000 unità. Vi sono infatti tutte le condizioni perché la ripresa del mercato italiano, iniziata timidamente nel 2014 e sviluppatasi poi con tassi a due cifre nel 2015 e nel 2016, prosegua, sia pure con tassi più contenuti di quelli degli ultimi due anni.

«Anche quest’anno – afferma Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilitiche estere – il settore automotive ha portato un contributo determinante ai consumi interni, più forte che in altri settori, e al recupero, seppur ancora lento, dell’economia nazionale. Nell’intero 2016, infatti, il fatturato generato dal settore è stato di 36,9 miliardi di euro, con un incasso di IVA per lo Stato di 6,6 miliardi di euro». 

Nordio vede rosa anche per il 2017: «guardando al 2017, esiste ancora l’opportunità di tenere stimolata una crescita che al momento appare contenuta per il quadro macroeconomico nel quale permangono incertezze, per il confronto con un 2016 di performance robuste e per un certo anticipo di domanda del settore società nel 2016, che si rifletterà negativamente sui primi mesi del 2017, influenzando la domanda totale. Restano da affrontare nel nuovo anno la mancanza di un piano strutturato e coordinato per migliorare la qualità dell’aria, soprattutto nelle grandi città, e il lento procedere del rinnovamento del parco anziano, rendendo indifferibile la realizzazione di quella cabina di regia della mobilità di cui tutti avvertono il bisogno e rispetto alla quale l’Unrae ha proposto l’istituzione della figura del “Mobility Champion”». 

L’analisi della struttura del mercato sotto il profilo dei canali di vendita evidenzia un andamento di crescita nel mese da parte delle famiglie dell’8,3%, che porta il totale anno in aumento del 13%, pertanto, il canale privati, complice l’effetto “channel mix”, registra una quota di mercato che scende al 61,8% del totale, ottenendo il record negativo come la quota più bassa di sempre. Le immatricolazioni a società danno un forte impulso al mercato di dicembre: +40,2% in volume (+27,7% nel cumulato dei 12 mesi), grazie al contributo del citato “superammortamento”. A fine anno le stesse raggiungono il 18,4% del totale mercato (+1,7 punti percentuali). Anche il noleggio chiude il 2016 con una buona performance: +16,6% ed una quota che si conferma al 19,8% del totale. Il contributo maggiore deriva dal lungo termine che cresce di oltre il 18%, ma anche il noleggio a breve termine segna un ottimo incremento: +14,2%, sostanzialmente confermando entrambi la propria rappresentatività sul totale. 

Per quanto riguarda le immatricolazioni per alimentazione, l’anno conferma un incremento delle vendite dei carburanti tradizionali intorno al 20%, rispettivamente +19,7% per il diesel e +21,8% per la benzina, il Gpl cala del 15,4% nonostante il recupero in dicembre a doppia cifra, dopo mesi di flessioni, flette il metano di oltre il 30%, mentre continua l’ascesa delle ibride: +48,1%. 

La scomposizione per segmenti, grazie al contributo di società e noleggio, evidenzia una crescita nell’anno superiore al 20% per le medie del segmento C, le medie superiori del D e le vetture del segmento E, più contenuta ma sempre a doppia cifra la crescita delle city car (+11,8%), seguono le utilitarie del segmento B (+8,5%) e l’alto di gamma con un +4,9%. 

A fine 2016 il NordEst si conferma l’area più rappresentativa del Paese, con il 31,8% del totale, -0,2 p.p. recuperati dal NordOvest, che chiude al 31,3%. Stabili sui livelli dello scorso anno tutte le altre aree territoriali. 

Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia «il 2016 era partito con il turbo grazie soprattutto alle azioni promozionali. Azioni molto costose per case e concessionari di cui hanno approfittato i consumatori. A contribuire più che proporzionalmente ci hanno pensato poi le auto destinate alle aziende e ai noleggi che, nell’anno appena concluso, godevano di una fiscalità molto vantaggiosa. E se non bastasse, abbiamo assistito a forti iniezioni di kilometri zero perché nessun costruttore era disposto a perdere anche un solo decimale della sua quota di mercato. Nella seconda parte dell’anno, come da noi pronosticato, si è verificata una contrazione del tasso di crescita. Un po’ perché nel primo semestre avevamo anticipato delle vendite, un po’ per la limitata vitalità dell’economia. Ad ogni modo, la seconda metà dell’anno ha contenuto la frenata soprattutto grazie alle vetture destinate alle partite IVA che beneficavano del “superammortamento”, in quella configurazione fino al 31 dicembre 2016».

Quanto alle previsioni per il 2017, Pavan Bernacchi ritiene «che il 2016, con i 1.824.968 pezzi immatricolati, sia stato un anno eccezionale che potrebbe essere difficile replicare. Oscillano, infatti, alcuni fattori che condizioneranno il mercato. Anzitutto il prevedibile rallentamento del canale delle partite IVA, per effetto delle nuove norme sul “superammortamento” che prevedono che le auto aziendali non “strumentali” saranno escluse dal beneficio. In secondo luogo, è difficile prevedere l’impatto delle possibili campagne promozionali delle Case che, occorre ricordarlo, vengono sostenute anche con il contributo economico dei concessionari. Ma sarà da capire soprattutto l’efficacia che potranno avere queste azioni in un contesto economico molto incerto. Accanto a queste valutazioni oggettive, dobbiamo aggiungere qualche timore sul fronte della finanza pubblica per i costi di salvataggio delle banche e i riflessi che questo avrà sull’andamento economico del Paese e, quindi, sulle famiglie e sulle imprese. Tutto ciò considerato, pensiamo che nel 2017 il mercato potrebbe crescere di un ulteriore +4% circa, portando il totale a 1.900.000 vetture immatricolate. Ma non ci stupiremmo se si verificasse una contrazione».