Per il Natale 9 italiani su 10 a casa con gli affetti anche per l’allarme criminalità

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Secondo Coldiretti sulla tavola del cenone e del pranzo di Natale i piatti della tradizione gastronomica regionale. Spesa di 86 euro a famiglia in media. I piatti tipici del NordEst

 

pranzo nataleSi spendono in media 86 euro a famiglia per imbandire le tavole del Natale che quasi nove italiani su dieci (88%) hanno scelto di consumare a casa propria o con parenti o amici. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Ixè dalla quale si evidenzia che appena il 10% ha scelto ristoranti, trattorie o pizzerie mentre un buon 2% l’agriturismo che si conferma essere la forma di ristorazione più vicina a quella casalinga. La voglia di stare in casa degli italiani e corroborata anche dai continui allarmi sulla criminalità. 

Anche se stravince la riscoperta delle tradizioni del passato, si assiste quest’anno – sottolinea la Coldiretti – all’affermarsi in Italia di un tocco di personalità per valorizzare le diverse tendenze, dall’autarchico all’hi-tech, dal biodiverso al salutista, dall’etnico al green. E tra le importanti novità c’è proprio lo spazio dedicato alla solidarietà con quasi un italiano su quattro (24%) che ha scelto di acquistare prodotti tipici dei territori colpiti dal sisma anche grazie al moltiplicarsi di iniziative come quelle promosse dai mercati di Campagna Amica in tutta Italia.

Coldiretti ha stimato che per la preparazione casalinga del pasto principale del Natale sia necessario un tempo medio di 3,3 ore in media con uno storico ritorno al “fai da te” che non si registrava da oltre cinquanta anni. Un ritorno al passato determinato però da motivazioni diverse con gli italiani, soprattutto giovani, che si gratificano ai fornelli, e la cucina e il buon cibo che si affermano tra le nuove generazioni come primarie attività di svago, relax e affermazione personale. Lo “show cooking” per gli amici si afferma come appuntamento dei momenti di festa e spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una tendenza elevata alla ricerca di materie prime fresche e genuine direttamente dai produttori per assecondare la crescente voglia di conoscenza sulle caratteristiche del prodotto e sui metodi per ottenerlo, da raccontare a tavola a parenti e amici.

Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per quasi nove italiani su dieci (89%) a pari merito con la frutta locale di stagione mentre il panettone con il 75% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 72%. Ma le tavole si arricchiscono soprattutto dei prodotti regionali tipici della ricorrenza e più gettonati – conclude la Coldiretti – ci sono il panone di Natale in Emilia Romagna, u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise, lu rintrocilio in Abruzzo, le pabassinas con sa sapa in Sardegna, la carbonata con polenta in Valle D’Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia, i canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazunìelli in Calabria, il pandolce in Liguria, la pizza de Nata’ nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana e l’insalata di rinforzo in Campania.

Coldiretti stila anche un elenco dei piatti tipici regionali. Nel NordEst, in Emilia Romagna come antipasto il tradizionale culatello di Zibello, mentre tra i primi tagliatelle al ragù, lasagne, tortellini in brodo (con ripieno di carne) e passatelli in brodo. Tra i secondi, cotechino di Modena, zampone con lenticchie, puré e mostarda, formaggio di fossa con la Saba (mosto cotto e aromi naturali). Tra i dolci, il Panone di Natale di Bologna (a base di farina, mostarda di mele cotogne, miele, cacao, cioccolata fondente e fichi secchi). Come vini il Pignoletto dei Colli bolognesi e il Sangiovese.

In Friuli Venezia Giulia imperano Brovada e muset (zuppa di rape e cotechino) con polenta, trippa, sugo, formaggio, cappone e il dolce la gubana (noci, mandorle, uvetta, miele, vino e rhum, avvolto in sfoglia).

In Trentino Alto Adige imperano i canederli (polpettine di pane raffermo, speck, pancetta e salame, farina, uova, latte e brodo condite con spinaci, funghi o fegato di vitello): possono essere conditi, una volta lessati, anche con burro fuso e formaggio oppure ragù di carne. Strangolapreti conditi con burro, salvia e parmigiano, capriolo o capretto al forno con patate. Come dolci strüdel o zelten.

Infine nella terra della Serenissima come antipasto salumi vari (soppressa e salsiccia luganega), tra i primi brodo di cappone, risotto al radicchio, gnocchi al sugo d’anatra. Come secondi, polenta e baccalà, lesso di manzo “al cren” (salsa di rafano) con contorno di purè di patate. Tra i dolci il pandoro di Verona, la mostarda con il mascarpone, il mandorlato di Cologna Veneta. Per innaffiare il tutto un ottimo Amarone della Valpolicella o un buon Raboso delle terre del Piave e alla fine un brindisi augurale con le bollicine del Prosecco di Conegliano o di Valdobbiadene.