Antibiotici: in Emilia Romagna diminuiscono consumi e prescrizioni

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emilia romagna campagna antibiotici
Prosegue la campagna regionale per un uso corretto di questi farmaci. Venturi: «stiamo lavorando nella direzione giusta. Ma bisogna insistere per ridurre le antibioticoresistenze: un problema che riguarda tutti»

 

emilia romagna campagna antibioticiIn Emilia-Romagna si usano meno antibiotici. Una tendenza finalmente virtuosa, su cui bisogna insistere perché i dati sulle antibioticoresistenze continuano a essere stabili. La riduzione nei consumi è coerente con le raccomandazioni regionali per un uso appropriato e si associa anche alla campagna informativa “Antibiotici: è un peccato usarli male”, proposta a partire dal 2014 dal Servizio sanitario regionale (proprio in questi giorni, le nuove locandine e il video sono diffusi nelle strutture sanitarie) per promuovere un uso responsabile di questi farmaci, che possono salvare la vita a molte persone.

«Gli antibiotici sono farmaci preziosi, che hanno permesso di sconfiggere malattie devastanti – osserva l’assessore alle politiche per la salute, Sergio Venturi -. E’ un bene che i consumi diminuiscano e che diminuiscano le prescrizioni, stiamo lavorando nella direzione giusta. Ma bisogna insistere perché dobbiamo ridurre le antibioticoresistenze. La resistenza dei batteri agli antibiotici- aggiunge l’assessore- è un tema attuale, un problema che riguarda tutti, come testimoniano i dati epidemiologici a livello nazionale e internazionale. Facciamo un uso corretto degli antibiotici, usiamoli solo quando è necessario e, per qualsiasi dubbio, consultiamo sempre il medico di famiglia o il pediatra di fiducia».

Gli antibiotici vanno usati solo quando è necessario; assumerli in modo eccessivo – o non corretto – rende meno efficaci le cure successive. Per esempio, raffreddore e influenza non vanno affrontate con gli antibiotici, non ce n’è bisogno: in questi casi la soluzione migliore è aspettare che l’infezione faccia il suo decorso naturale ed è sufficiente ricorrere a rimedi per alleviare i sintomi. Il tema è, dunque, anche l’antibioticoresistenza: diffondere nei cittadini la consapevolezza che la resistenza dei batteri agli antibiotici è un vero problema di sanità pubblica, e che un uso eccessivo di questi farmaci favorisce il diffondersi di germi più resistenti e più difficili da contrastare. Gli antibiotici stessi, se il medico li prescrive, vanno presi in modo corretto: bisogna rispettare dosi e orari indicati, completare tutto il ciclo anche se dopo un paio di giorni ci si sente già meglio, contattare il medico se compaiono effetti indesiderati.

In Emilia-Romagna, nel 2015 (ultimo dato disponibile), con 18,2 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti si è registrata una decisa riduzione dei consumi a domicilio di antibiotici, proseguendo una tendenza in corso già dall’anno precedente (19,2 il dato nel 2014 e 19,9 nel 2013). Questa tendenza si registra in tutte le fasce di età, in particolare in quella pediatrica: fino ai 6 anni il consumo è stato di 24,2 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti (27,4 l’anno precedente); nella fascia di età 7-19 anni il consumo è stato di 15,5 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti (18 l’anno precedente). E’ inoltre diminuito il numero totale delle prescrizioni di antibiotici nella fascia pediatrica: 506.503 nel 2015 (593.744 nel 2014, 628.806 nel 2013).

Rispetto alle antibioticoresistenze, i dati del sistema di sorveglianza dell’Emilia-Romagna hanno mostrato nel 2015 una stabilità o lieve riduzione delle resistenze batteriche rispetto all’anno precedente; fa eccezione il batterio Klebsiella pneumoniae (può provocare infezioni come la polmonite) che ha presentato un incremento della resistenza agli antibiotici. Nei bambini e adolescenti le resistenze agli antibiotici risultano stabili nel 2015 rispetto all’anno precedente. Si segnala, in particolare, che le resistenze dei microrganismi che causano le più frequenti infezioni respiratorie (otite e faringotonsillite) sono sotto controllo, entro livelli contenuti: la resistenza di Streptococcus pneumoniae a penicillina si è verificata nel 3,7% dei casi pediatrici, quella di Streptococcus pyogenes all’antibiotico eritromicina nell’8,1% (un dato che oggi è quasi un terzo rispetto al passato: era il 22,6% nel 2007).