Il vento del federalismo spinto soffia anche in Austria. Esempio da imitare per l’Euregio Tirolese e per tutto il NordEst
Il venticello del federalismo spinto non soffia solo in un NordEst semiautonomo (metà costituto da regioni autonome e metà da ordinarie che soffrono il neocentralismo statale) ma anche nella già federalista repubblica d’Austria.
Il Tirolo chiede a Vienna l’autonomia fiscale. Il land austriaco confinante con il Trentino Alto Adige e con cui forma l’Euregio Tirolo, guarda, con un pizzico d’invidia, verso i vicini di casa “autonomi” dell’Alto Adige ma soprattutto verso la Svizzera, che il capitano Günther Platter indica come modello.
L’autonomia fiscale comporterebbe «un sano spirito di concorrenza» tra i vari lânder austriaci, sostiene Platter che boccia invece «un federalismo fiscale puramente cosmetico». Il Tirolo, che ha 740.000 abitanti, dispone per il 2017 di un bilancio di 3,7 miliardi di euro (inferiore a quello della provincia di Bolzano – circa 5,5 miliardi di euro – e della provincia di Trento – circa 4,7 miliardi di euro), che – sottolinea Platter con orgoglio – sarà anche quest’anno in pareggio. «Il Tirolo – dice il governatore – sarebbe in grado di incassare e gestire autonomamente le tasse» e sarebbe anche disposto «ad assumere responsabilità» nei confronti del Paese.
Quello di Platter potrebbe essere un esempio da imitare, forzando anche in Italia l’autonomia spinta in campo fiscale, permettendo alle regioni che sono in grado di amministrarsi virtuosamente (come le regioni del NordEst) di gestire autonomamente i propri bilanci, trattenendo sul territorio tutto il gettito fiscale generato dall’economia locale, fatta salva una piccola quota (15-20%) del gettito da girare allo Stato centrale per le spese comuni e per la solidarietà interregionale. Avendo la disponibilità quasi completa del gettito fiscale, si potrebbero incrementare i servizi resi a cittadini ed imprese, oltre ad abbassare sensibilmente l’imposizione per rendere più competitivo a livello internazionale il NordEst.