D’Agostino: «questa nave significa che sta cominciando qualcosa». Serracchiani: «conferma degli investimenti realizzati al porto negli ultimi anni»
Celebrazioni al Molo VII di Trieste in occasione dell’attracco nel Porto della nave MSC “Paloma”, la più grande nave della categoria (14.000 Teu) mai entrata in Adriatico. Costruita nel 2010 nel cantiere coreano Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering, la nave è lunga 365 metri, larga 51 con una superficie pari a tre campi e mezzo di calcio e può attraccare a Trieste grazie alla profondità dei fondali del porto di oltre 18 metri. Una presenza che, secondo gli operatori del settore e i vertici della Regione, è il risultato di un «lavoro di squadra».
Il presidente dell’Autorità portuale, Zeno D’Agostino, ha sottolineato l’importanza «fondamentale dell’investimento nelle ferrovie, che permette di gestire quantità di merci come questa nave. Significa che sta iniziando qualcosa. Ci è stato inoltre riconosciuto qualche settimana fa che Trieste è in competizione addirittura con Rotterdam per quanto riguarda il mercato della Baviera, per il cui sviluppo stiamo lavorando».
Fabrizio Zerbini, presidente del Trieste Marine Terminal e padrone di casa, si è soffermato sulle «ulteriori possibilità di crescita e di ricadute economiche e occupazionali» per lo scalo di Trieste. Un risultato «dovuto all’impegno soprattutto della Regione, che tanto ha fatto e tanto continua a fare».
Dopo una breve cerimonia, la presidente della Regione Friuli Venezia Giula, Debora Serracchiani, e tutti gli operatori del porto presenti, si sono trasferiti in terrazza per ammirare dall’alto la “Paloma” ormeggiata per le operazioni di scarico dei containers.
«E’ un onore e una festa l’arrivo di questa nave, risultato di un lavoro di squadra di questi anni – ha detto Serracchiani -. La recente riforma dei porti che ha dato centralità a Trieste e l’investimento fatto sul sistema ferroviario, tra i più importanti degli ultimi venti anni in porto». La “Paloma” in città infonde, dunque, «fiducia e speranza – ha proseguito Serracchiani – perché significa lavoro, significa la città che si rimette in moto e Trieste ha ancora molti spazi da poter coprire».
Soddisfatto anche il comandate della “Paloma”, Slobodan Vrčić: «Trieste è il porto perfetto, ha capacità per accogliere anche una nave da 19.000 Teu senza alcun problema, ha fondali profondi. C’è inoltre una banchina grande. E’ il miglior porto dove attraccare, anche meglio di Gioia Tauro e La Spezia».