Rallenta l’andamento degli scorsi mesi. A fine anno probabile l’immatricolazione di 1,8 milioni di pezzi. Nel 2017 e 2018 attesa la crescita e la stabilizzazione attorno a 2 milioni di unità. Preoccupa il peso fiscale gravante sul settore
Il mese di novembre, secondo i dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, segna una crescita delle immatricolazioni di auto nuove in rallentamento all’8,2% per effetto delle 145.835 vetture immatricolate a confronto con le 134.790 unità dello stesso periodo 2015, che a sua volta aveva evidenziato un incremento del 24,2%. Il tasso di crescita del mercato, quindi, rallenta rispetto all’andamento consolidato, portando comunque il cumulato gennaio-novembre in aumento del 16,5% con 1.699.944 autovetture complessivamente vendute rispetto alle 1.459.029 degli 11 mesi dello scorso anno.
«Le immatricolazioni del mese di novembre sono prevalentemente caratterizzate dal forte incremento del canale delle vendite a società – afferma Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilitiche estere – e, come da noi preannunciato, questa crescita è determinata soprattutto dall’anticipazione degli acquisti per usufruire delle agevolazioni fiscali del “Superammortamento”, considerato che – secondo la formulazione attuale del DdL di Bilancio 2017 – le auto aziendali che non hanno la caratteristica di essere un bene strumentale per l’attività di impresa saranno escluse dal beneficio nel 2017. Sappiamo già che come conseguenza dovremo gestire un calo nei primi mesi del prossimo anno – continua Nordio – che si rifletterà anche sulle possibilità di crescita del mercato, pertanto se da un lato il 2016 proietta ormai un fine anno da 1.830.000 immatricolazioni (+16,1%), dobbiamo confermare una previsione di una crescita più contenuta per il 2017, anche per effetto del confronto con un 2016 decisamente alto, di circa il 6%, a 1.945.000 unità».
Per il Centro Studi Promotor la previsione per il 2017 dice che verranno immatricolate in Italia 2.031.000 autovetture con una crescita dell’11%, mentre nel 2018 si toccherà quota 2.150.000 (+5,9%), livello, questo, che può essere considerato fisiologico per il mercato italiano. «Per effetto della crisi economica – ha spiegato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il mercato italiano dell’auto aveva subito un calo molto severo. Con l’avvio della ripresa dell’economia anche il mercato dell’auto ha invertito la tendenza e, dopo una modesta crescita nel 2014, ha conosciuto tassi di incremento a due cifre nel 2015 e nel 2016. Questi positivi risultati sono dovuti allo scaricarsi sul mercato della domanda di sostituzione insoddisfatta accumulatasi durante la crisi. La regolare sostituzione delle auto, nella fase più grave della crisi, era stata infatti rinviata sia per l’impatto del calo del Pil, sia, ed ancor più, per il timore che il futuro riservasse sviluppi più negativi di quelli che si erano visti prima dell’inversione di tendenza».
Più pessimista Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: «a novembre, al di là del segno più – che è sempre benvenuto – il mercato è simile a ottobre, registrando una nuova flessione del tasso di crescita ed un trend in netto calo rispetto a quello registrato nel progressivo annuo. Diminuzione della crescita, rispetto alla media dei mesi precedenti, di circa il -50%. Le ragioni sono molteplici: in primis l’indice di fiducia dei consumatori – fonte Istat – che scende sia per i privati che per le imprese, ma poi c’è “l’effetto referendum”, e del timore di quello che può accadere dopo il voto. Mentre l’incremento della domanda dei privati, e quindi della famiglie, rimane contenuto, volano sicuramente aziende e noleggio. Questo soprattutto per merito del “Superammortamento” del 140% che rende più equa la pressione fiscale sulle aziende».
Il fisco è la spada di Damocle sul settore: se il “Superammortamento” ha avuto effetti benefici sul settore, il Governo Renzi per il 2017 fa marcia indietro, togliendo il beneficio per tutte le immatricolazioni di veicoli non strumentali, andando a pesare soprattutto sulla categoria dei professionisti, categoria da sempre gabbata e abbandonata a sé stessa, priva di benefici fiscali e di ammortizzatori sociali, dove le spese per la mobilità sono mediamente superiori alle altre categorie.
Passando all’analisi del mercato, gli acquisti dei privati, sostenuti dalle campagne promozionali delle Case automobilistiche, in un contesto di stabilità del clima di fiducia delle famiglie, segnano un incremento contenuto nel mese del 5,2%, dopo la crescita del novembre 2015, quando si registrò un +25%. Rallenta il noleggio, che in novembre fa registrare un +2,4%, a causa del calo del 20% del breve termine, a cui si contrappone il lungo in aumento dell’11,3. Grandi protagoniste dei risultati di novembre sono le società, che segnano un incremento del 28% ed una quota che raggiunge il 21,5% (+3,2 p.p.). Nel cumulato gennaio-novembre l’incremento dei volumi è del 26,6%, portandosi al 18,1% di quota.
Sempre positiva la performance mensile delle immatricolazioni di vetture diesel (+12,5%), benzina (+7,9%) e ibride (+36,3%), mentre continuano a flettere GPL (-7,4%) e soprattutto metano (-27,2%), crescono infine del 16,1% le vetture elettriche.
Negli 11 mesi il diesel sfiora il 60% di quota, la benzina il 30%, le ibride salgono al 2,3%, mentre perdono un punto il GPL (al 5,6% del totale) ed il metano (al 2,2% di quota).
Da segnalare che, rispetto all’incremento a doppia cifra di tutti i segmenti in cui si scompone il mercato, le utilitarie del segmento B in novembre perdono l’1,2% e l’alto di gamma l’8,5% dei suoi volumi
L’analisi per macroarea evidenzia un buon andamento di crescita per tutte, con il NordEst che si incrementa meno del mercato totale (+5,5%). Negli 11 mesi tutte le aree del Paese confermano la quota dell’anno precedente, con il NordEst al vertice della classifica.