Proseguono i lavori di realizzazione della terza corsia. Serracchiani: «stiamo lavorando per rendere il sistema NordEst più forte». Zaia: «rilanciare la holding autostradale del NordEst “in house”». Delrio: «si modernizza il paese facendo le cose già decise»
Con il primo “colpo di pala” e la sottoscrizione del protocollo per la legalità secondo il nuovo Codice degli appalti, sono stati avviati ufficialmente i lavori per il terzo lotto della terza corsia dell’autostrada A4 Venezia-Trieste, tra Alvisopoli e Gonars. La firma è stata posta a Ronchis dal ministro Infrastrutture, Graziano Delrio, i presidenti delle regioni Friuli venezia Giulia, Debora Serracchiani (anche in veste di commissario per l’emergenza A4), e del Veneto, Luca Zaia, oltre ai prefetti di Udine e Venezia, Vittorio Zappalorto e Carmelo Cuttaja.
Il tratto che verrà interessato dai lavori, a metà tra il Friuli e il Veneto, è lungo 26 chilometri, attraversa 11 comuni ed è caratterizzato da otto cavalcavia, 11 sottopassi, due ponti di oltre 100 metri e – opera più significativa – il ponte sul Tagliamento, lungo 1.500 metri. Il costo totale dell’opera è di 442 milioni di euro. I lavori sono stati aggiudicati al raggruppamento di impresa Consorzio Tilaventum, formato dalle imprese Rizzani de Eccher e Pizzarotti, con il coinvolgimento di subbappaltatori locali.
«Le nostre priorità sono quelle di fare le cose che avevamo deciso, e di farle davvero. Lo sblocco di questo cantiere che vale 500 milioni vuol dire lavoro, migliore logistica per le aziende che abitano questo territorio – ha affermato il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio -. Ovviamente sappiamo che oltre al potenziamento autostradale dobbiamo agire sul ferro, e quindi gli investimenti sul porto di Trieste, per il collegamento ferroviario gli investimenti sulla velocizzazione della linea Venezia-Trieste. Credo che il territorio stia vedendo cantieri, e oggi è una buona giornata perché risolviamo problemi che si trascinavano da tempo. Quello che oggi apriamo come cantiere è risultato di un lavoro che abbiamo seminato l’anno scorso quando abbiamo chiuso il protocollo d’intesa per la concessione “in house”, quindi abbiamo trasformato il contratto con Autovie Venete. Questo consentirà di dare garanzie in ogni senso, soprattutto bancario, ai lavori che verranno. La concessione “in house” è nuova – ha concluso – quindi senza le incertezze legate alle proroghe delle concessioni».
«Il terzo lotto era il tassello di una riprogrammazione complessiva di tutti i chilometri della terza corsia – ha spiegato il presidente di Autovie Venete, Maurizio Castagna – proprio perché vogliamo assicurare dopo l’inizio dei lavori di questo lotto la continuità, sia per quanto riguarda il primo stralcio del quarto lotto e, se avremo i finanziamenti del piano Juncker come io mi auguro e come ci è stata assicurato, anche il primo stralcio del secondo lotto. Potremo così completare entro il 2020-2021 tutto il tratto che va da Portogruaro a Palmanova che, come ho sempre sostenuto, è quello più critico».
Proprio mentre Castagna auspicava lo sblocco del finanziamento, il via libera è arrivato dalla Banca europea per gli investimenti al progetto di allargamento dell’autostrada A4 fra Quarto d’Altino e San Donà di Piave, e della sezione fra Palmanova e Portogruaro. Il progetto di 1,279 miliardi di euro stimati, riceverà 300 milioni dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi), cuore del cosiddetto Piano Juncker. Si prevede che tale finanziamento faccia da effetto leva per un investimento totale legato al Piano Juncker di 887 milioni di euro. Ora che il progetto ha incassato l’approvazione del consiglio dei direttori della Bei, potranno partire le procedure per arrivare alla firma dei contratti col soggetto promotore Autovie venete Spa e alla definizione dei dettagli sui finanziamenti.
Sulla tempistica della realizzazione del terzo lotto, Marco De Eccher, del consorzio Tiliaventum, ha assicurato che «l’intervento ci vede impegnati e motivati alla contrazione del tempo per il quale ci siamo organizzati e attrezzati. I 1.400 giorni previsti non li vogliamo utilizzare – ha ribadito – ma li vogliamo significativamente comprimere».
«Stiamo lavorando per rendere il nostro sistema Nordest più forte, per investimenti, traffici e prospettive di sviluppo – ha affermato la Serracchiani -. Il primo passo è stato il Protocollo con il ministero delle Infrastrutture per prolungare la concessione al 2038, portando Autovie Venete “in house”. In futuro, non so quanto prossimo, potremo aprire nuovi ragionamenti con altri soggetti».
«Quando abbiamo iniziato – ha proseguito Serracchiani – qualcuno ha detto che il cantiere non si sarebbe mai realizzato. Oggi siamo davanti a un cantiere che si apre e sarà anche simbolicamente un pezzo d’Italia che si rimette in movimento, e si aggiunge all’importante accordo firmato ieri con Rfi che va nella giusta direzione di attuare la cura del ferro cui tiene il ministro Delrio». Serracchiani ha ringraziato «tutte le persone impegnate e tutto lo staff “per un lavoro di squadra molto complesso. Abbiamo ereditato una situazione complicata e difficile, e siamo riusciti in tempi ragionevoli ad aprire uno dei cantieri più importanti non solo del NordEst ma anche del Nord in generale per quanto riguarda gli assi autostradali». Il terzo lotto rappresenta dunque il collegamento di «un territorio che ha bisogno di rimettere assieme i tasselli di un mosaico» con l’obiettivo perseguito dal Friuli Venezia Giulia di non essere solo «una regione di passaggio».
A Serracchiani ha fatto eco Zaia: «stiamo dando una risposta concreta a questi territori ma non solo, al NordEst in generale, e mettiamo in sicurezza una delle strade più pericolose d’Italia. Questa è la porta per tutta la Mitteleuropa e per l’Est, e la risposta è avviare subito i cantieri. Bisogna chiudere al più presto i lavori per l’allargamento. Questa è la sfida che abbiamo sempre sposato».
Quanto all’allargamento di Autovie ad altre realtà, Zaia ha rilanciato il progetto di un’unica holding autostradale per il NordEst: «puntiamo a far sì che la holding autostradale del NordEst possa prendere quota». Ricordando l’aumento della presenza del Veneto nell’azionariato di Autovie Venete, Zaia ha ricordato che «in Veneto c’è anche una bella esperienza che è Cav, partecipata al 50% da Regione e al 50% da Anas. C’è da fare un ragionamento sui territori, perché queste opere sono un esempio che dimostra grande progettualità». Approfittando della presenza del ministro Delrio, Zaia ha allargato il discorso sul completamento della Valdastico Nord: «il prolungamento della Valdastico per il Veneto vuol dire un valico vero verso il Trentino, e c’è questa proposta, sulla quale si sta lavorando, di un’infrastruttura che non sarà autostradale nella parte trentina, però i tempi oggi non sono ancora chiari. Chiederemo al ministro quali tempistiche abbiamo, perché poi al di là delle scartoffie a noi interessa la polvere dei cantieri. Per noi Valdastico Nord significa un itinerario molto importante, perché il completamento della Pedemontana veneta va a incrociarsi, il che vorrebbe dire andare fino al Brennero e fino a Milano. Anche sulla Valsugana veneta noi chiediamo una grande riqualificazione».
E sul tema dello sblocco dei cantieri della pedemontana è intervenuto lo stesso Delrio: «per la Pedemontana veneta lo Stato ha messo a disposizione tutte le risorse necessarie e previste. Poi c’è un concessionario che ha vinto la concessione e quindi deve portare il capitale privato per continuare i lavori. Noi abbiamo due obblighi come Governo: il primo è quello di garantire le risorse pattuite, il secondo quello di fare in modo che le opere non rimangano incompiute. Questo è quello che ci accolliamo, nel pieno rispetto della legge e dei contratti in essere. C’è un concedente, la Regione Veneto, e un concessionario. Speriamo che le cose vadano avanti».