Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, assieme al sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, alla presidente della Provincia Francesca Zaccariotto e alle organizzazioni sindacali interessate, vogliono chiedere al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di convocare a Palazzo Chigi un incontro dedicato ai problemi occupazionali e al futuro della raffineria ENI di Porto Marghera, alla luce delle intenzioni della società, il cui azionista di riferimento è lo Stato, di procedere alla sospensione della produzione.
E’ la linea d’azione decisa all’unanimità stamani nel tavolo di discussione convocato a Palazzo Balbi dallo stesso Zaia con Comune, Provincia e le rappresentanze sindacali CISL, CGIL e UIL, al quale hanno partecipato per la Giunta regionale anche gli assessori al lavoro Elena Donazzan, alla Legge Speciale per Venezia Renato Chisso e alle politiche sociali Remo Sernagiotto.
La richiesta d’incontro è finalizzata a discutere tutta la partita, per conoscere se e quale piano industriale sia in atto e per avere una visione certa del futuro non solo per lo stabilimento, i lavoratori e le loro famiglie, ma anche per un indotto che conta più di un migliaio di addetti. “Governo ed Eni devono fare un’operazione verità – ha affermato Orsoni – anche per riprogrammare l’utilizzo di Porto Marghera”. Il sindaco ha anche confermato il “no” del Comune ad ogni speculazione immobiliare sul polo industriale, “sito produttivo importante per Venezia e per tutto il Veneto”.
“Siamo stanchi di pagare sempre e non portare a casa nulla – ha concluso Zaia – e dobbiamo ribadire all’ENI che questo non è un territorio da sfruttare. Rispetto alle prospettive future, non vogliamo ragionare con i ‘se’: devono restare la chimica e l’occupazione. Non ci si può riempire la bocca con il golf – ha concluso – perché i lavoratori con il golf non mangiano”. Con l’incontro a Palazzo Chigi, verranno anche chiesti la sospensione della Cassa Integrazione e il mantenimento “in marcia” degli impianti.
Ecco il testo della lettera che il presidente Luca Zaia ha inviato al presidente Berlusconi.
“La disoccupazione in Veneto è passata dal 2,3% del periodo prima della crisi del 2008 ad oltre il 7,5% di oggi. I numeri parlano da soli: la perdita complessiva dovuta alla crisi che stiamo vivendo viene calcolata attorno alle 70.000 posizioni lavorative, con 123.000 disoccupati nel primo trimestre del 2011 e oltre 56 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate fino ad oggi”. Il testo della missiva prosegue specificando come “in particolare, nella provincia di Venezia la situazione sta diventando insostenibile e preoccupante per le crisi che interessano Fincantieri, Finmeccanica, Eni, Pansac, Vinyls, Dexion, Alenia Aeronavali, per non parlare di Montefibre, Sirma, Dow Chemical, grandi aziende tutte ormai già chiuse. Su istanza della Giunta della Regione del Veneto il Ministero dello Sviluppo Economico ha decretato il 5 maggio 2011 l’accertamento delle condizioni per il riconoscimento di crisi complessa per l’area di Porto Marghera. Attualmente, il polo chimico e petrolchimico di Marghera e l’indotto relativo, che rappresentano un punto chiave nell’industria italiana, stanno vivendo un’emorragia di posti di lavoro e la chiusura di numerose grosse aziende”.
“ENI, in particolare, ha comunicato di recente la decisione di fermare per sei mesi, fino al 1° maggio 2012, gli impianti della raffineria veneziana – prosegue la richiesta a Berlusconi – che occupa 353 dipendenti diretti e altri 500 nell’indotto strutturato. Il timore, che non appare infondato, è che questo sia solo un passo ulteriore verso la fine del polo industriale di Porto Marghera. E’ inoltre da rilevare il fatto che ad abbandonare il Veneto sono grandi aziende a forte presenza pubblica le quali, ancora una volta, investono altrove. Riteniamo a questo punto che non sia più procrastinabile un ulteriore e più incisivo impegno da parte del Governo per l’area di Venezia che sta vivendo un pericoloso declino.
“Pertanto, chiediamo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un intervento su ENI affinché ritiri immediatamente la Cassa Integrazione e garantisca la continuità operativa della raffineria di Porto Marghera. Chiediamo inoltre – concludono Orsoni, la Zaccariotto e Zaia – la convocazione di un tavolo presso la Presidenza del Consiglio per discutere un Piano Industriale che dia prospettiva a lungo termine alla raffineria e al sito industriale di Porto Marghera”.
Spetta al Governo dare una risposta alle legittime aspettative dei lavoratori dell’impianto di Porto Marghera e la rappresentanza parlamentare veneta è investita del compito di portare a casa un risultato tangibile.