Alto Adige: cancellati i toponimi italiani?

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PAB toponomastica bilingue cartelli urzi 2
La Commissione Paritetica Stato-Provincia pronta ad adottare una norma che fa piazza pulita della toponomastica italiana. Gardini: «goffo tentativo del premier Renzi di recuperare consenso tra i tedeschi»

 

PAB toponomastica bilingue cartelli urzi 2Torna la polemica sulla toponomastica in Alto Adige. Secondo il consigliere provinciale di Alto Adige nel Cuore, Alessandro Urzì, la commissione paritetica Stato-Provincia autonoma, detta “Commissione dei Sei”, venerdì tratterà una norma d’attuazione che «comporterà la cancellazione del 57% dei toponimi italiani in Alto Adige». 

Il governatore Arno Kompatscher ha invece fatto sapere che «non è stata presa ancora nessuna decisione sull’effettivo utilizzo dei toponimi italiani. Si tratta infatti di una legge procedimentale e sarà un’apposita commissione ad occuparsi dei criteri». 

Elisabetta Gardini, capogruppo di Forza Italia al parlamento europeo e commissario regionale di Forza Italia in Trentino Alto Adige, accusa il governo di «rischiare di riportare Bolzano, e più in generale l’Alto Adige, per un pugno di “Sì” al referendum costituzionale di Renzi, indietro di decenni, alla ormai superata contrapposizione tra la componente di lingua italiana e quella di lingua tedesca».Per Gardini «l’apertura del premier a cancellare il 60% della toponomastica italiana altro non è che il goffo quanto vano tentativo di recuperare terreno in vista della consultazione popolare».

Sull’argomento interviene anche la deputata di Forza Italia, Michaela Biancofiore, secondo cui «non solo i cartelli con la dizione in italiano saranno cancellati, ma anche i monumenti storici coperti, scuole di epoca fascista abbattute, ecc. nel più completo silenzio colpevole dei governi italiani. La colpa non è della Svp che ha creato passo dopo passo uno Stato nello Stato, ma dei governi italiani che innanzi ai pochissimi voti elettorali Svp e in Parlamento ha sempre svenduto una parte pagata col sangue degli italiani della nostra Nazione», conclude Biancofiore che si appella al presidente della Repubblica sostenendo che «le Commissioni dei Sei e dei Dodici sono incostituzionali perché sfornano norme di rango costituzionale fatte da 6 o 12 persone ad di là dell’effettiva volontà popolare».