Cna: da ieri a Bologna le Pmi festeggiano il “Tax free day”

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Per pagare le tasse le imprese felsinee impiegano più tempo che altrove per via del peso del prelievo fiscale locale

 

calcolo tasse pressione fiscale calcolatriceDa ieri, in quello che è stato ribattezzato il “Tax free day”, le piccole imprese bolognesi hanno iniziato «a lavorare per se stesse, dopo che per oltre otto mesi la loro attività è servita a pagare le tasse 2016, pari al 71,9% del loro reddito». E’ quanto emerge da una ricerca realizzata dall’Osservatorio permanente di Cna nazionale sulla tassazione della piccola impresa in Italia.

In base all’analisi, si legge in una nota della Cna felsinea, Bologna, «oltre ad essere seconda in Italia per pressione sulle piccole imprese, è seconda anche nella altrettanto poco allegra classifica del “Tax free day”, ovvero il giorno dell’anno in cui si smette di pagare le tasse: sotto le Due Torri, infatti, scocca il 19 settembre, battuta da Reggio Calabria con il 24 settembre mentre la media in Italia è il 10 agosto». 

Nel 2016 Bologna risulta essere la seconda città in Italia per pressione fiscale sulle piccole imprese: il 71,9% se ne va in tasse mentre lo scorso anno era il 72,9%. Secondo la Cna dal 2011 al 2016 la pressione fiscale sulle Pmi bolognesi è cresciuta del 7,3% (lo scorso anno il dato parlava del +8,4%). Guardando alle tasse locali, queste, dal 2011 al 2016, sono salite del 2,8% (lo scorso anno il dato era +5,2%). Se si confronta il 2016 con l’anno scorso per le tasse locali è avvenuta un’inversione di tendenza, con una lieve diminuzione del -0,1%. 

«Una piccola inversione di tendenza è avvenuta – commenta Cinzia Barbieri, direttore generale Cna Bologna – ma è ancora troppo poco. Oltre all’Imu e alla Tasi, il cui prelievo a Bologna è penalizzato dal fatto che il valore catastale degli immobili è molto più alto del valore di mercato, una delle tasse più criticate dalle imprese bolognesi è la Tari – aggiunge Barbieri – in particolare quando viene riscossa su imprese che producono rifiuti speciali che vengono smaltiti a spese loro». Cna, conclude Barbieri, «sostiene da tempo che la Tari non dovrebbe essere dovuta per le aree operative e i magazzini dove si producono rifiuti speciali che si smaltiscono per legge a spese proprie».