Slitta il voto previsto per il 2 ottobre. Calderoli: «sento puzza di trucchetti per evitare il libero voto popolare»
Ennesimo colpo di scena per le elezioni presidenziali austriache che sono state nuovamente rinviate sempre per colpa del voto per posta. Dopo l’annullamento del ballottaggio del 22 maggio, che vide il Verde Van der Bellen imporsi per una manciata di voti sull’ultranazionalista Norbert Hofer, il nuovo voto era stato fissato per il 2 ottobre, ma per difetti alle buste gli austriaci si recheranno alle urne solo il 4 dicembre. La colla della striscia autoadesiva non tiene, le buste si aprono da sole e il voto risulterebbe perciò nullo.
«Oltre al danno, la beffa», ha commentato con ironia il ministro dell’interno Wolfgang Sobotka l’ulteriore rinvio. Infatti, le presidenziali stanno diventando una storia infinita, per non dire kafkiana: il 24 aprile gli austriaci sono chiamati ad eleggere il successore di Heinz Fischer. Al ballottaggio finiscono a sorpresa due outsider e nessun candidato dei due partiti di governo. Van der Bellen si presenta al secondo turno in svantaggio su Hofer, ma vince al fotofinish con un distacco minimo di circa 31.000 voti.
La suprema corte di Vienna accoglie però un ricorso del partito di Hofer, la Fpö, per irregolarità nello scrutino dei voti per posta. Nessun broglio, dicono, ma le buste secondo legge andavano aperte solo lunedì e non – come avvenuto in alcuni sezioni – già domenica sera. Viene così fissato per il 2 ottobre il nuovo ballottaggio bis che ora, a tre settimana dal nuovo voto, viene nuovamente rinviato di due mesi per un difetto di produzione delle buste.
Il “ballottaggio ter” sarà fissato per il 4 dicembre prossimo. La nuova data – ha spiegato il ministro – però deve essere sancita dal parlamento, perché l’attuale legge elettorale non prevede un rinvio per motivi tecnici, ma solo per il decesso di uno dei candidati. L’intervento del Nationalrat è anche necessario per poter aggiornare l’elenco degli avventi diritto al voto. Il 2 ottobre valeva infatti ancora quello della primavera, perché formalmente si trattava di una semplice ripetizione della voto. Come ha spiegato il ministro, l’ulteriore rinvio rende però necessario un aggiornamento delle liste. «Nel frattempo migliaia di persone sono decedute e migliaia hanno compiuto 16 anni e potrebbero ormai votare», ha spiegato Sobotka. La Fpö ha già fatto sapere che insisterà sulla riforma del voto per corrispondenza (che sancì la sconfitta di Hofer).
Il terzo rinvio del voto ha anche un risvolto di costume, in quanto il capodanno 2017 sarà senza il tradizionale discorso di fine anno del presidente della repubblica, visto che lo scorso 8 luglio con la fine del suo mandato Franz Fischerha lasciato la Hofburg. Le funzioni del capo dello Stato nel frattempo vengono svolte dall’ufficio di presidenza del parlamento, del quale Hofer fa parte in qualità di terzo presidente. Salvo ulteriori imprevisti, non del tutto escludibili dati i precedenti, il nuovo presidente della Repubblica d’Austria giurerà a gennaio 2017.
Intanto, sulla nuova “gabola” tecnica fioriscono i retropensieri maliziosi. «Che a tre settimane dal voto l’Austria blocchi le elezioni presidenziali, rinviandole di oltre due mesi, perché le buste non sono collose mi fa sentire puzza di trucchi elettorali e francamente mi lascia perplessa la motivazione tecnica che ha portato a questo rinvio, per difetto delle buste degli elettori esteri, quando proprio quegli stessi elettori esteri fecero modificare, all’ultimo istante, l’esito della competizione elettorale facendo dichiarare vincitore, in un primo momento, il candidato dei Verdi – afferma Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord -. Non vorremmo che si cerchi un modello di tagliandi apribili e richiudibili in modo da precompilarle? Mi auguro che questa scusa non venga presa a prestito da Renzi per poter rinviare “sine die” anche il referendum costituzionale italiano, visto che i sondaggi danno il “No” come certo vincitore…».