Presentato al Museo di storia naturale di Venezia il nuovo numero della rivista “Ligabue Magazine”

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Il semestrale della Fondazione Ligabue dedicato al ricordo del fondatore Giancarlo Ligabue

Di Giovanni Greto

 

ligabue magazineLa presentazione del nuovo numero (68) della rivista semestrale “Ligabue Magazine” al Museo di storia naturale di Venezia è stata l’occasione, da parte del direttore responsabile Adriano Favaro, per ricordare come dal gennaio di quest’anno, ad un anno esatto dalla scomparsa di Giancarlo Ligabue (Venezia, 30 ottobre 1931 – 25 gennaio 2015) sia sorta  la “Fondazione Giancarlo Ligabue”.

La Fondazione è la nuova denominazione del “Centro Studi e ricerche Ligabue”, associazione senza scopo di lucro nata nel 1973, con l’intento di continuare l’attività che è stata svolta – documentata da libri, filmati, video fotografici – ma con un maggiore indirizzo divulgativo rispetto al passato. 

Ligabue è stato imprenditore studioso, ricercatore, paleontologo, esploratore e collezionista, e ha dato vita a 130 spedizioni scientifiche dall’Africa all’Asia. Una figura rara, impegnata in una continua ricerca, alla conoscenza di mondi, civiltà e culture.

La rivista, giunta al trentacinquesimo anno di vita, ed il cui direttore editoriale è Alberto Angela, ha un formato A4, è riccamente illustrata, bilingue (testi in italiano e in inglese) e contiene cinque saggi. Il primo, “Custodi delle immagini dei sogni. Reliquari Kota  tra Congo e Gabon, un mondo onirico nell’Africa equatoriale”, di Louis Perrois, esperto di arte e cultura africana, è dedicato alle culture Kota localizzate nel Congo Brazzaville e documentate dopo la metà del 1800 dall’esploratore friulano Pietro Savorgnan di Brazzà (1852-1905), il quale chiedeva soldi alla madre per comprare schiavi per poi liberarli e fu tra i primi ad arrivare nelle aree sconosciute del Gabon e del Congo. E proprio un reliquario Kota, alto 70 centimetri, in legno, rame e ottone placcato, proveniente dal Gabon compare in copertina, inquietante ed emblematico esemplare di antenato.

Presente in sala, Carlo Montanaro, storico del cinema e grandissimo collezionista di antiche pellicole, ha parlato del suo saggio “Automi, robot, quasi uomini. La moderna ricerca dell’immortale tra miti, giocattoli, film e nuovi mostri”, ricchissimo di foto, tratte dai film,  delle locandine originali,  di preziose bamboline, di incisioni e disegni. In esso, l’autore approfondisce il tema dei robot e la loro evoluzione antropologica, dalla letteratura (ad esempio Asimov) al cinema , che fin dagli esordi (ad esempio Metropolis di Fritz Lang, 1926) ha rappresentato mondi popolati di androidi ed automi.

Il saggio conclusivo, “Per casa de’turchi. Un angolo di Levante sul Canal Grande”, dello scrittore e giornalista Fabio Isman, narra l’incredibile vicenda dell’ultimo turco, il primo occupante illegittimo della modernità. Saddo Drisdi nella prima metà dell’Ottocento visse per lungo tempo abusivamente da solo nel Fondaco dei Turchi, lo storico edificio costruito attorno al 1225, dal 1923 sede del Museo di Storia Naturale, resistendo anche in maniera legale ad intimazioni di sfratto, finchè, improvvisamente, scomparve e di lui non si seppe più nulla.

Infine, Adriano Favaro, ha segnalato l’organizzazione di varie mostre, a partire da “Il mondo che non c’era” sull’arte precolombiana (ad ottobre), ad una sui sigilli e sulle tavolette cuneiformi degli assiro-babilonesi ( a gennaio). In cantiere c’è anche l’esposizione di un’importante campagna di scavo in atto da circa quindici anni in Kazakhstan, dove la Fondazione finanzia con borse di studio archeologi dell’Università Ca’ Foscari. E ancora, per il 2017, è in programma un progetto espositivo sui sistemi arcaici di comunicazione grafica utilizzati dall’uomo, che si chiamerà “Prima dell’alfabeto”.