Emilia Romagna: 11 milioni di euro per la produzione di energia “verde”

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Domande entro l’8 novembre. Potranno essere finanziati impianti che utilizzano scarti e sottoprodotti agricoli a km zero, ma anche impianti eolici, solari o ad acqua. Caselli: «un’opportunità per le aziende che vogliono diversificare il reddito aziendale»

 

cippato legno biomassaProdurre (e vendere) energia “verde” utilizzando i sottoprodotti e gli scarti dell’agricoltura o le fonti rinnovabili come l’acqua, il sole e il vento. Un esempio di economia circolare e sostenibile che la Regione Emilia Romagna sosterrà grazie a un bando che mette a disposizione oltre 11 milioni  di euro. Destinatarie: le aziende agricole di tutto il territorio emiliano-romagnolo che potranno presentare domanda entro l’8 novembre.

Le risorse permetteranno di finanziare, con contributi tra il 20 e il 50% della spesa ammissibile, impianti per la produzione, il trasporto e la vendita di energia  e/o calore.

«Siamo di fronte a un’interessante opportunità di diversificazione e integrazione del reddito aziendale – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli – in una fase in cui  spesso gli agricoltori si trovano penalizzati da prezzi troppo bassi alla produzione. Allo stesso tempo si tratta di un provvedimento che va nella direzione di un’agricoltura sempre più amica dell’ambiente. Ricordo che per alimentare questi impianti non potranno essere utilizzate colture agricole dedicate, ma solo scarti e sottoprodotti, forniti dall’azienda stessa o da aziende limitrofe». Diversi gli interventi previsti: centrali termiche alimentate a cippato o pellets, impianti per la produzione di biogas dai quali ricavare energia termica o elettrica; impianti per la produzione di energia solare, eolica, idrica. Potranno anche essere realizzate piccole reti per la distribuzione di energia o lo stoccaggio dell’energia prodotta dagli impianti finanziati. 

In tutti i casi, dovranno essere impianti di piccole dimensioni (con potenze massime di 3 o 1 Mwt), ma tali da produrre energia in quantità superiore ai consumi aziendali, così da poter essere, almeno in parte venduta o ceduta a terzi.

La materia prima che alimenterà le strutture (nel caso di sottoprodotti o scarti aziendali, come ad esempio ramaglie o vinacce derivate dalla spremitura dell’uva ecc.), dovrà provenire dall’azienda stessa o da altre del territorio unite da un accordo di filiera, entro una distanza massima di 70 chilometri. Non sono ammesse per l’alimentazione degli impianti coltivazioni dedicate. Nelle graduatorie sono previsti punteggi aggiuntivi, a parità di requisiti, per le aziende agricole di montagna e per gli agricoltori che abbiano usufruito nei precedenti cinque anni di un contributo per l’avvio di una nuova azienda.

Il bando relativo all’Operazione 6.4.02  del Psr 2014-2020 “Diversificazione attività agricole con impianti per la produzione di energia da fonti alternative” stanzia 11,157 milioni di euro ed è pubblicato sul Bollettino ufficiale telematico della Regione n. 268 del 29 agosto 2016.