Immigrati in Trentino: il 72% degli ospiti non ha diritto allo status di rifugiato

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Cia: «facciamo accoglienza senza garantire sicurezza sociale»

 

immigratiAnche in Trentino l’ondata migratoria sta portando non pochi problemi, sia d’integrazione, che di rispetto delle norme, creando non pochi problemi sociali e di ordine pubblico.

«Ragazzi stranieri poco più che ventenni che vendono il loro corpo in cambio di denaro a Trento e Rovereto. La prostituzione maschile, fenomeno non certo diffuso in Trentino, è purtroppo una realtà» afferma in una nota il consigliere provinciale di “Agire”, Claudio Cia, che in un’interrogazione, chiede alla Provincia «di intervenire per arginare quella che sembrerebbe una degenerazione della tanto decantata integrazione in salsa trentina. Sono infatti numerose le segnalazioni ricevute in merito: nella zona dei “Murazzi”, sulla statale tra Trento e Rovereto, e in via Brennero a Trento – spiega – la notte si possono notare giovani migranti a lato strada, che offrono prestazioni sessuali agli automobilisti di passaggio». 

«Facciamo accoglienza senza però garantire sicurezza sociale a queste persone – afferma Cia -. Di questo passo rischiamo di creare le condizioni per conflitti sociali profondi, di cui abbiamo già avuto esempi a Trento, come a Rovereto. Con queste farraginose politiche dell’accoglienza abbiamo inoltre messo in moto spregevoli dinamiche di emarginazione, come dimostrano le numerose segnalazioni che ho ricevuto. Il problema vero, è capire quali progetti ci sono per il futuro da parte della Provincia». 

L’esponente di “Agire” ricorda poi i recenti dati diffusi dall’assessore provinciale alla salute, Luca Zeni, in risposta a una sua interrogazione. «I numeri parlano chiaro e fanno cadere il velo di buonismo e ipocrisia di questa Giunta: al 30 giugno 2016, su 252 migranti che hanno ottenuto risposta dalla Commissione che valuta le domande di protezione internazionale, ben 179, cioè il 72%, non hanno ottenuto risposta positiva. Significa che la maggior parte delle persone che accogliamo in Trentino non hanno diritto allo status di rifugiati e, quindi, cosa fanno queste persone in Trentino? Come si mantengono? Come passano la loro giornata?». E sulla prospettiva comunicata dall’assessore Zeni, di un aumento degli arrivi in Trentino e della conseguente eventualità di utilizzare gli alberghi, Cia aggiunge: «mi pare che Zeni sia in stato confusionale, solo qualche giorno fa si parlava del raggiungimento del tetto massimo di migranti ospitati in Trentino, sulla scorta dei dati forniti dal Viminale, ora si intima agli amministratori locali di mettere a disposizione strutture private o in alternativa si provvederà con alberghi. Il passo successivo sarà occupare i campeggi? Sarebbe interessante sapere quanti sono i politici che hanno messo a disposizione una casa, dando “il buon esempio” ai cittadini a cui chiedono l’ennesimo sacrificio».