L’Agenzia delle Entrate vince contro G.S. Car

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Padova. È stata la quinta sezione della Cassazione presieduta dal giudice Aurelio Cappabianca ad accogliere il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro la pronuncia della Commissione Tributaria Regionale del Veneto favorevole al contribuente.

La società contribuente G.S. Car di Casalserugo (Padova) è difesa dall’avvocato Paolo Boldrin dell’omonimo studio legale in Dolo, mentre l’Agenzia delle Entrate è difesa dall’avvocatura dello Stato.

La vicenda era nata in seguito alla notifica di cinque avvisi di accertamento, da parte dell’Agenzia delle Entrate di Padova,. per la rettifica del reddito dichiarato dalla società contribuente. “L’Agenzia – si legge in sentenza – ha proceduto ad accertamento sintetico, ritenendo maggior ricavi per cessione di beni non dichiarati, e per manodopera impiegata asseritamente al nero.”

La Commissione Tributaria Provinciale di Padova, chiamata a pronunciarsi sulle determinazioni dell’Agenzia, aveva respinto i ricorsi della società contribuente. In secondo grado invece la Commissione Tributaria Regionale del Veneto aveva riformato la prima sentenza riconoscendo le ragioni della società contribuente e dei suoi soci ed aveva annullato gli avvisi di accertamento “ritenendo che – si legge in sentenza – sebbene per alcune prestazioni fosse provata la cessione in nero, e dunque non dichiarato il ricavo, per altre, invece, non v’era prova di tale circostanza. Poiché non era possibile distinguere le une dalle altre, l’avviso andava annullato integralmente.” Decisione che l’Agenzia delle Entrate ha impugnato davanti alla Suprema Corte per chiederne l’annullamento.

La Cassazione, con sentenza pubblicata lo scorso 10 giugno, ha accolto quasti tutti i motivi di ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate cassando la decisione e rinviando nuovamente alla Commissione Tributaria Regionale del Veneto per una nuova pronuncia.

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