A Venezia l’appuntamento della Fondazione Levi
di Giovanni Greto
Dopo un carnevale ogni anno più piatto ed insignificante, l’appuntamento culturalmente stimolante con il concerto serale delle Ceneri, a cura della Fondazione Levi, si è arricchito di una tavola rotonda pomeridiana per fare il punto sulle prospettive musicali della Fondazione a 50 anni dall’avvio delle attività, considerando le prospettive dello studio e della ricerca, della pratica musicale e dell’offerta istituzionale, della diffusione e della comunicazione.
Il concerto, nella spaziosa chiesa di S.Maria Formosa, equidistante fra piazza San Marco e il ponte di Rialto, ha proseguito il percorso intrapreso dalla Levi a partire dal 2006 come cammino di meditazione sul tema della Croce. Sono state scelte composizioni, nell’ambito del repertorio sacro, della seconda metà del 1700, di tre autori veneziani, due per nascita, Baldassarre Galuppi (1706-1785), detto il Buranello e Bonaventura Furlanetto (1738-1817), detto Musin ed uno, Johann Adolf Hasse (1699-1783), che nella città lagunare ricoprì per un periodo il posto di Maestro di Cappella al Conservatorio degli Incurabili e dove ritornò nel 1773 per rimanervi fino alla morte ed essere sepolto nella chiesa di San Marcuola. Ottimo il gruppo vocale e strumentale, ‘la Stagione Armonica’, diretto da Sergio Balestracci. Dopo il breve brano d’apertura, ‘Qui tollis peccata mundi’, tratto dal ‘Gloria’ di Galuppi, l’ensemble ha eseguito ‘Omnes amici miei’ del Furlanetto, un responsorio a sezione unica in do minore, intonato dal contralto romano Gabriella Martellacci. Di Hasse si sono ascoltati, dapprima il ‘Salve Regina’in mi bemolle maggiore per soprano e contralto, la famosa antifona mariana normalmente eseguita negli ospedali veneziani dopo la Pentecoste fino alla prima domenica di Avvento. Il brano più lungo ed entusiasmante è stato il salmo 51 ‘Miserere’, in origine in sei sezioni, qui, rivisto per coro misto, suddiviso in otto sezioni. Particolarmente toccante l’aria ‘Tibi soli peccavi’, nella quale la soprano pescarese Valentina Coladonato ha eseguito una serie di modulazioni a strumentazione assente nel finale sulle parole ‘cum iudicaris’. Applausi vivissimi e sinceri hanno indotto l’ensemble a concedere come bis il coro conclusivo del Miserere ‘Sicut erat’.