Fincantieri si allarga in Cina con joint venture nella crocieristica

0
464
Fincantieri firma joint venture CSSC china bono
Firma a Shangai dell’accordo con la China State Shipbuilding Corporation (Cssc), il maggiore conglomerato cantieristico della Cina

 

Fincantieri firma joint venture CSSC china bonoFincantieri, leader mondiale nella costruzione di navi da crociera, e China State Shipbuilding Corporation (Cssc), il maggiore conglomerato cantieristico della Cina, hanno firmato un accordo per una joint venture finalizzata allo sviluppo e alla crescita dell’industria crocieristica cinese.

Fincantieri acquisisce così un ruolo di primo piano a presidio di un mercato strategico e ad alto potenziale. La firma è avvenuta a Shanghai tra l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, il presidente di Cssc, Wu Qiang, e il presidente di Cssc Cruise Technology Development e del cantiere Shanghai Waigaoqiao Shipbuilding (Sws), Wang Qi. Alla cerimonia erano presenti l’ambasciatore d’Italia in Cina, Ettore Sequi, e il console generale a Shanghai, Stefano Beltrame.

L’accordo sottoscritto, che fa seguito a quelli storici con Cssc e Carnival Corporation del novembre 2014, prevede che la joint venture svilupperà e venderà navi da crociera destinate esclusivamente e appositamente personalizzate per il mercato cinese e asiatico. Tali navi saranno realizzate presso uno dei cantieri di Cssc, il sito di Sws, sulla base di una piattaforma tecnologica concessa in licenza alla stessa joint venture e al cantiere di Sws da Fincantieri, che quindi opererà, sempre attraverso la joint venture, per fornire le attività di sua competenza. L’accordo prevede che Fincantieri fornisca alla joint venture e al cantiere di Sws anche servizi di consulenza specifici e alcuni componenti chiave delle navi.

“Questo nuovo accordo rileva una volta di più il primato delle competenze tecniche e tecnologiche di Fincantieri, e ci pone al centro di un progetto senza eguali al mondo che è promosso direttamente dal governo cinese attraverso un programma molto ambizioso – ha dichiarato Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri -. Ci siamo attrezzati per affrontare i nuovi scenari internazionali, e oggi veniamo prescelti come il partner cantieristico dello sviluppo della crocieristica di un Paese che guarda con grande determinazione a questa industria. Anche la presenza del nostro principale cliente Carnival, che acquisterà le navi oggetto degli accordi, è di fondamentale importanza per il successo del progetto. Oltre che una vittoria e uno sprone per il futuro a lavorare ancora più intensamente, questo risultato ribadisce la capacità del Gruppo di cogliere per primo le opportunità ad alto potenziale strategico e quindi il ruolo di leader a livello globale in tutti i settori in cui opera”. Bono ha poi concluso: “È infine opportuno ricordare che i nostri cantieri italiani hanno assicurato il lavoro mediamente per i prossimi dieci anni, e che dall’accordo potranno derivare ulteriori benefici relativi sia alla componentistica che all’ingegneria, entrambe di assoluto livello”. 

Wu Qiang, presidente di CSSC, ha commentato che «la firma di questo accordo con Fincantieri, gruppo navalmeccanico leader internazionale di settore, è un’altra pietra miliare non solo per CSSC, ma per la storia della crocieristica cinese, per il suo sviluppo, e per la cooperazione nell’ambito della cantieristica tra Italia e Cina. L’unione delle forze rinvigorirà ulteriormente la rapida crescita del mercato cruise cinese e di quello asiatico-pacifico. Siamo ansiosi di lavorare insieme a Fincantieri, Carnival, CIC (China Investment Corporation) e gli altri partner strategici per riuscire a costruire e consegnare la prima nave da crociera di grandi dimensioni della Cina».

Secondo il ministero cinese dei Trasporti, il mercato crocieristico cinese ha registrato una significativa espansione negli ultimi anni, raggiungendo 1 milione di passeggeri nel 2015. Le potenzialità di crescita sono stimate in 4,5 milioni di passeggeri nel 2020, che potrebbero portare tale mercato ad essere il secondo al mondo dopo quello americano, e in 8-10 milioni nel 2030, con una crescita annua a due cifre. Se questo trend si confermasse il mercato cinese diventerebbe il primo in assoluto.