Dopo cinque anni di silenzio causa problemi finanziari, proposti due appuntamenti in esclusiva triveneta
di Giovanni Greto
Un’ottima notizia per gli appassionati della musica di qualità: ritorna l’evento “Jazz & Dintorni” organizzato dal circolo culturale Caligola.
«Se una rassegna storica come “Jazz & Dintorni” ritorna, dopo cinque anni di silenzio – dice il direttore artistico del circolo culturale Caligola, Claudio Donà, curatore della rassegna -, di questi tempi si deve gridare al miracolo, o quasi. Quando, dopo la quindicesima edizione, già fortemente ridimensionata nel programma, l’amministrazione comunale ci aveva comunicato l’impossibilità di sostenere anche nel 2011 l’iniziativa, molti di noi l’avevano data per spacciata. Un’interruzione resa ancor più dolorosa dalle continue domande sulla rassegna che ci continuavano a venir fatte dagli appassionati, nelle più svariate occasioni, quasi a testimoniare come il vuoto lasciato dalle serate jazz in Piazzetta del Teatro, fosse difficile da colmare. Forse proprio per questo, quando quest’anno siamo stati contattati dalla nuova amministrazione, l’idea, fortissima, prima ancora di conoscere l’entità del contributo e di averne conferma, è stata quella di preparare per il possibile ritorno di “Jazz & Dintorni” a Mogliano un cartellone davvero speciale, perché la storia della rassegna e l’affetto del pubblico lo meritavano. Sono solo due, ma valgono per quattro, gli appuntamenti di questa sedicesima edizione, entrambi offerti in esclusiva triveneta».
L’inseguimento all’ultimo “esplosivo” progetto di Marc Ribot si è alla fine concluso con successo: «ne siamo davvero soddisfatti – dice Donà -. Sì, perché “The Young Philadelphians”, che il poliedrico e vulcanico chitarrista americano, capace di passare da Tom Waits a John Zorn, porta in giro per il mondo da quasi tre anni, è fra i più saporiti ed intriganti della sua pur prolifica e sempre interessantissima produzione. Si tratta di un originale omaggio a quel “Philly Sound” che negli anni ’70 aveva anticipato la “disco music”, e che la presenza di due musicisti nati e formatisi musicalmente proprio a Philadelphia, il bassista Jamaleen Tacuma e il batterista G.Calvin Weston, entrambi con trascorsi colemaniani, certifica come coerente e nient’affatto casuale. Pochi avrebbero poi immaginato che a completare il quartetto come chitarra aggiunta potesse essere uno dei più personali ed innovativi protagonisti del jazz contemporaneo, quella Mary Halvorson diventata a sua volta, a dispetto della giovane età, un imprescindibile punto di riferimento per chi pratica oggi questo strumento, soprattutto nell’ambito dell’avanguardia». Il disco del gruppo, registrato nel 2014 dal vivo a Tokyo, ha destato molto interesse e raccolto vasti consensi, fra pubblico e critica. L’aggiunta, fatta l’anno successivo, di due violini ed un violoncello, ha quindi reso ancor più gustoso, variegato e trasversale il progetto. Gli “Young Philadelphians” sono così diventati da oltre un anno un settetto (plus Strings), esattamente quello che salirà sul palco di Piazzetta del Teatro il 18 luglio, per una serata che si preannuncia ad alta “gradazione elettrica”.
Altrettanto curioso e stimolante si presenta il secondo appuntamento della rassegna, un doppio concerto che potrebbe riservarci una gradita sorpresa finale. Aprirà la serata quello che è, insieme ai Tenores di Bitti, uno dei migliori interpreti nel vasto panorama delle musiche vocali sarde. Oltre che per la loro eccezionale bravura, i Concordu e Tenore de Orosei sono celebri per la peculiarità del repertorio, che abbraccia entrambe le forme della tradizione vocale di Orosei: quella del canto sacro, tipica delle confraternite religiose, e quella profana del canto a tenore. Una musica, quella della Sardegna, che ha destato l’attenzione di alcuni maestri del jazz contemporaneo, su tutti Ornette Coleman e l’Art Ensemble of Chicago. Soprattutto con l’area dell’avanguardia chicagoana, in particolare Don Moye e Lester Bowie, sia il geniale pianista–fisarmonicista sardo Antonello Salis – forse il “più africano” fra i jazzisti italiani – che il griot maliano Baba Sissoko, da molti anni trasferitosi nel nostro paese, hanno avuto molto a che fare. Il loro “tellurico” ed inedito duo chiuderà un doppio concerto che si preannuncia suggestivo e dagli alti contenuti spettacolari, offrendo anche l’occasione di presentare un loro recente lavoro discografico, “Jazz (R)evolution”, dove a Salis e Sissoko si aggiunge l’amico Don Moye, che della grande musica afroamericana è ancor oggi uno dei più significativi esponenti. La non troppo segreta speranza di tutti noi appassionati è però quella che non sia il duo Baba Sissoko & Antonello Salis a chiudere la serata ed il festival: una session finale tra tutti e sette i musicisti potrebbe esserne infatti l’attesa e quasi naturale conclusione. Sarebbe una vera e propria “festa della musica”, che per di più coronerebbe nel migliore dei modi una giornata che per la nostra associazione ha un forte contenuto simbolico. Trent’anni prima infatti, il 28 luglio 1986, Caligola ha firmato quello che resta ancor oggi il più importante concerto della sua storia, che ha visto il passaggio nel nostro territorio, per la precisione a Mira, del “divino” Miles Davis. Anniversario che in modo migliore non poteva essere festeggiato.
I concerti si svolgeranno lunedì 18 luglio (Marc Ribot) e giovedì 28 luglio (Baba Sissoko & Antonello Salis Duo) ad ore 21.15 in piazzetta del Teatro a Mogliano Veneto (in caso di maltempo al Teatro Busan).