Infrastruttura che coinvolge 30 paesi e 100 telescopi per osservare i raggi gamma cosmici
Sarà a Bologna il quartier generale del Cherenkov Telescope Array (Cta), infrastruttura di oltre cento telescopi in Cile e alle Canarie che costituirà il più potente osservatorio di raggi gamma cosmici, radiazioni ad altissima energia che senza il filtro dell’atmosfera creano problemi a satelliti e astronauti.
L’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), che a Bologna ha tre importanti centri (Osservatorio astronomico, Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica, Istituto di radio astronomia), ha vinto la competizione europea: unanime la decisione del Council del Cta, il 13 giugno a Monaco (Germania). Lo fa sapere l’Università di Bologna, che metterà al lavoro, con l’Inaf, il suo Dipartimento di Fisica e Astronomia: circa 200 i loro ricercatori, tra i mille del progetto Cta, promosso da un consorzio di oltre trenta Paesi e raccomandato dall’European Strategic Forum for Research Infrastructures (Esfri).
«Siamo orgogliosi» dicono il ministro Stefania Giannini (Miur) e il rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini. «Si tratta di una vittoria che consolida il ruolo globale del nostro ente», sottolinea Nicolò D’Amico, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), protagonista della decisione unanime presa dal Council del Cta a Monaco. Un ruolo consolidato anche grazie al finanziamento Miur del Progetto Bandiera “Astri” e ad uno specifico finanziamento approvato dal Parlamento con la legge di stabilità 2015. «Questo importante risultato è motivo di orgoglio per l’Università di Bologna – ribadisce il rettore Ubertini -. Un risultato che conferma il valore strategico degli interventi strutturali rivolti al consolidamento delle sinergie fra gli Enti di Ricerca e i Dipartimenti universitari».
Il centro Cta si insedierà in un edificio che Inaf condivide con il Dipartimento universitario di Fisica e Astronomia alla Bolognina, zona di sviluppo della città.