“Il racconto di Casanova” per la chiusura della stagione di musica della SVC

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il ritorno di casanova
Appuntamento lunedì 6 giugni al Teatro La Fenice di Venezia

 

 

Di Giovanni Greto

 

 

il ritorno di casanovaLa stagione di musica da camera della Società Veneziana di Concerti si conclude lunedì 6 con “Il racconto di Casanova”, un concerto per tre voci di Federico Tiezzi, cofondatore della compagnia Lombardi Tiezzi. Appuntamento alle ore 20.00 al teatro “La Fenice” di Venezia.

“Il ritorno di Casanova” è stato scrtto nel 1918, quando la catastrofe dell’impero Austro-Ungarico si è già consumata. In esso Arthur Schnitzler presenta l’avventuriero veneziano giunto a 53 anni, stanco di imprese erotiche e nauseato dal suo passato di diplomatico da strapazzo. Il Casanova dello scrittore austriaco ha un solo desiderio: tornare nell’amata Venezia. Ma proprio quando sembra che il suo sogno stia per realizzarsi, un vecchio amico lo trascina in una casa di campagna nei pressi di Mantova dove  incontra la giovane Marcolina, che riaccende il suo desiderio. 

Lo sguardo che la donna gli rivolge, freddo e indifferente, lo getta però nella disperazione: si sente vecchio e ormai incapace di esercitare fascino. L’amaro sapore della sconfitta lo spinge a un estremo quanto folle tentativo: sospettando che la giovane sia in realtà l’amante di un bellimbusto, un certo sottotenente Lorenzi, fa di tutto per scoprire la verità e, avuta conferma ai suoi sospetti, una notte si sostituisce con l’inganno a Lorenzi. Avrà così l’amore desiderato della bella Marcolina attraverso l’inganno ma, dopo un sogno misterioso, al risveglio, la situazione precipita.

A prima vista il nucleo del racconto schnitzleriano sta nel contrasto “Amore – Morte”, dove il primo termine del binomio indica l’abbandono al sesso come a una delle forme del compimento della vita, mentre il secondo termine indica la perdita, il distacco, la decadenza funerea. C’è una seconda contrapposizione da non trascurare: quella in cui il primo termine del binomio resta Eros e dove il secondo è, con termine tedesco difficilmente traducibile, Heimweh, sentimento legato alla patria che porta con se non solo la nostalgia ma anche un vero e proprio dolore fisico, sentimento tipico di quella letteratura che da Hoffmanstahl a Schnitzler esprime, secondo la visione di Erich Auerbach, un intimismo legato alla casa, agli affetti primari, alle radici profonde della cultura germanica. 

Federico Tiezzi ha immaginato di coniugare con il testo schnitzleriano alcuni vertici della musica austriaca a cavallo tra Otto e Novecento, da Schubert a Wolf, da Schumann a Schönberg, compositori che in gradi diversi hanno consegnato il cuore della loro esperienza compositiva alla forma del Lied, in cui parole e canto si fondono in mirabile armonia. 

La voce di Monica Bacelli e quella di Sandro Lombardi si intrecciano al pianoforte di Pietro de Maria, si chiamano e rispondono in un incrocio tra musica e teatro, pronte a esprimere il preludio alla guerra 1915 – 1918, quando, secondo Elisabetta Fava, «l’impero Austro – Ungarico imbocca il sentiero del tramonto… in un tempo in cui la musica parla della crisi dell’io e l’insufficienza del linguaggio è ormai un dato di fatto incontrovertibile; lo si capisce dalla tortuosità delle armonie, dalla ricerca inesausta di soluzioni timbriche nuove, dal mutuo intrecciarsi di canto e strumento (mai così interdipendenti prima d’ora)».