Nuova “Via della Seta” per rafforzare il rapporto tra Italia e Cina

0
445
italia cina a trieste
A Trieste l’incontro tra i due paesi per rafforzare la collaborazione economica e sociale

 

italia cina a trieste«L’iniziativa One Belt, One Road (Ober) del Governo cinese ha fornito delle grandi opportunità sia per la cooperazione tra l’Italia e la Cina, sia per la cooperazione della Cina con l’Europa Sud-Est» ha detto l’ambasciatore della Repubblica popolare della Cina, Li Ruiyu, a margine della conferenza Ince-Bers dedicata alle opportunità per le Pmi nell’Europa Sud-Est nell’ambito del programma “One Belt, One Road” (La Nuova via della Seta, Ober), che si è svolta al Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste. 

«I Paesi dell’Europa orientale hanno bisogno di migliorare le loro infrastrutture e la produttività delle loro industrie. Quindi esistono molte opportunità di cooperazione tra la Cina e questi Paesi, ma anche di rafforzare la cooperazione tra l’Italia e la Cina – ha aggiunto Ruiyu -. I nostri due Paesi, che già in questo momento godono di ottimi rapporti, possono lavorare insieme per esplorare le opportunità in questi Paesi terzi, combinando insieme i nostri vantaggi. La Cina ha le risorse finanziarie e una grande capacità produttiva mentre l’Italia è forte anche nel design e nel settore manifatturiero», ha concluso l’ambasciatore aggiungendo di essere convinto che l’iniziativa Ober porterà grandissimi vantaggi sia per l’Italia e la Cina che per l’Europa sud-orientale

Per facilitare un maggiore interscambio «l’importante è raggiungere standard europei e facendo investimenti in tecnologia si può fare molto più rapidamente che non investendo nelle grandi infrastrutture» ha detto il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, a margine del vertice Italia-Cina organizzato dall’Ince. Secondo Delrio fare grandi investimenti la cui realizzazione impiega decenni, «è peggio che dare subito ai cittadini un servizio rapido che in due/quattro anni possa essere all’altezza del trasporto europeo». In questo senso Delrio ha fatto l’esempio della Germania dove «si viaggia sempre a 220/240 km/h e si va bene, non ci sono problemi». Delrio ha allargato il discoro anche al settore portuale: «abbiamo bisogno che i porti del Nord Adriatico siano una opportunità per i mercati mondiali. Per questo scopo sono stati programmati diversi investimenti, in primo luogo quelli ferroviari; oltre un miliardo e mezzo di investimenti nei corridoi merci ferroviari. In questo senso – ha proseguito il ministro – è già stata fatta a Trieste una esperienza molto forte, esempio per tutta l’Italia». Delrio ha ribadito che «dobbiamo essere pronti a intercettare questi traffici che altrimenti si dirigeranno verso altri porti e altri mercati». Il ministro ha segnalato che «purtroppo in Italia c’è un deficit nelle infrastrutture portuali rispetto agli altri paesi del mondo», e quindi per questa ragione sono stati «accelerati investimenti ed è stata programmata con le Autorità portuali una revisione degli investimenti». Infine, per Delrio bisogna «rendere i nostri porti più competitivi con una semplificazione amministrativa». Quanto al caso specifico del NordEst e del nodo di Trieste in particolare, Delrio ha stanziato «200 milioni nella proposta di aggiornamento di programma Rfi per i lavori di velocizzazione della linea Trieste-Venezia. L’aggiornamento è già stato approvato e ora sarà mandato al Cipe» evidenziando come  «Trieste ha da sempre un problema nei collegamenti con il resto dell’Italia, indicando che nel progetto di velocizzazione sarà sfruttata al massimo la tecnologia per dare rapidamente collegamenti veloci e frequenti. Trieste è dentro principali corridoi dell’Unione Europea sia Baltico che Mediterraneo. Sono convinto che le nostre azioni e i nostri investimenti saranno molto rapidi».

«Gli obiettivi del Silk Road Fund del Governo Cinese nell’Europa sud-orientale sono allineati con gli obiettivi della Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers)» ha detto Mattia Romani, managing director della Bers, a margine della conferenza. Individuare i «bisogni infrastrutturali nei Paesi della regione da supportare poi finanziariamente e inoltre l’aiuto alle aziende della regione a rafforzarsi e a diventare parte di questo piano di investimento, sono obiettivi comuni alla Bers, alla Silk Road Fund, alla Commissione Europea e ai Governi della regione – ha sottolineato Romani -. Credo che ci sia un’opportunità di collaborazione rara tra il Silk Road Fund e la Bers e la conferenza in corso è un primo passo nella direzione giusta – quella di portare assieme queste istituzioni su una piattaforma comune. E’ un’opportunità di cooperazione, non di competizione». Romani ha sottolineato che «la Bers sta parlando con il Silk Road Fund per identificare un numero di progetti su cui possiamo collaborare finanziariamente. Lo facciamo al passo e in coordinazione con la Commissione Europea e con le altre organizzazioni finanziarie internazionali proprio in questo spirito di cooperazione». Romani ha inoltre sottolineato l’importante ruolo che sta giocando l’Iniziativa Centro Europea (Ince), co-organizzatore dell’evento, come attore che raccoglie gli attori rilevanti attorno al tavolo: «l’Ince è stato nostro partner per diversi anni e siamo orgogliosi di questo nuovo ruolo che sta giocando nella regione, avendo colto l’opportunità di creare una piattaforma onesta e aperta, perché queste diverse istituzioni si riuniscano su questa importantissima opportunità. Lo hanno fatto molto bene, sono ben localizzati sia geograficamente che politicamente per farlo. Continueremo a rafforzare la nostra collaborazione proprio per utilizzare le loro risorse e le loro capacità di raccogliere gli attori rilevanti attorno al tavolo». 

Per il segretario generale dell’Ince, Giovanni Caracciolo, «su 40 milioni di contributi che il governo italiano ha concesso alla Bers in questi ultimi dieci anni, la Bers ha finanziato progetti per 3/4 miliardi di euro con un effetto moltiplicatore impressionante. Con la Cina si può allargare questo panorama. Ci saranno benefici ritorni sul fronte dell’indotto e per Pmi, – ha spiegato – non tanto e non soltanto per l’Italia ma anche per i Paesi dei Balcani occidentali che attendono di completare il processo di integrazione verso l’Europa, non dimenticando il partenariato centro europeo».