La spagnola Abertis acquista A4 Holding a condizione dello sblocco della Valdastico Nord

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Sul piatto 594 milioni di euro per il 51,4% della holding vincolati al prolungamento della concessione. Zaia: «chiederò lumi ai nuovi acquirenti e al Governo Renzi»

 

Abertis Group LogoLa spagnola Abertis si è assicurata il 51,4% di A4 Holding (Autostrada A4 Brescia-Padova Serenissima e A31), per un importo totale di 594 milioni di euro. Lo si apprende da una nota in cui viene indicato che l’accordo è stato raggiunto, con la consulenza di Mediobanca, con Banca Intesa, Astaldi e la famiglia Tabacchi. L’operazione non scatta subito: verrà regolata nel gennaio del 2023, a parte un anticipo di 5 milioni da pagare «entro i prossimi mesi», in quanto gli spagnoli l’hanno subordinata al via libera del Governo Italiano sul prolungamento dell’A31 Valdastico Nord in territorio trentino e, conseguentemente, il prolungamento della concessione al 2026.

Attualmente A4 Holding gestisce 235 Km di autostrade in Veneto. La principale è l’autostrada A4 “Serenissima”, che collega Brescia a Padova in 146 km, terza strada a pedaggio per volume di traffico in Italia, con un indice di traffico giornaliero medio (Tgm) di 91.000 veicoli. Poi c’è la A31 (Autostrada Valdastico), di 89 chilometri, che ha un Tgm di 12.000 veicoli, suddivisa nelle tratte Vicenza-Piovene Rocchette di 36 Km e Vicenza-Badia Polesine di 53 Km. L’accordo include un piano completo di investimenti relativo all’autostrada A31, che implica la costruzione di una nuova autostrada che completerà la connessione della tratta già esistente con l’autostrada A22 del Brennero. In questo modo la A31 diventerà il percorso più breve e rapido tra l’Europa centrale e quella orientale, garantendo una forte attrattività di traffico. Il progetto è subordinato all’approvazione da parte del Cipe e la definizione del tracciato è nella fase finale di negoziazione tra le autorità locali della Provincia di Trento, la Regione Veneto e il Governo. 

,Con l’acquisizione di A4 Holding Abertis ritorna in Italia dopo il fallito tentativo della fusione con Autostrade per l’Italia nel 2006, e porta ad oltre 8.500 Km la propria rete di autostrade in gestione. Dal punto di vista finanziario, l’acquisizione le consentirà di consolidare nel proprio bilancio circa 610 milioni di euro di ricavi e circa 200 milioni di euro di Mol all’anno, pari al 6% del Mol totale del Gruppo. 

L’acquisizione ha sollecitato il governatore del Veneto, Luca Zaia, ad accendere un faro sull’intera vicenda, specie sul fatto della vendita condizionata al verificarsi dell’approvazione del raccordo di A31 con l’A22. «Il mercato regola il mercato. La verità – afferma Zaia – è che qui c’è un nuovo socio che intendo incontrare. L’offerta apre un bell’elemento di discussione come il completamento della Valdastico Nord che diventa la condizione per la chiusura di un accordo. Noto che ancora una volta il Governo si è fatto rincorrere da un problema: un completamento che noi abbiamo sempre voluto e sostenuto, pur nel rispetto dei cugini del Trentino Alto Adige. Se è vero che questo tracciato, come lo ha definito il Governo, è un’opera strategica, sarebbe stato meglio chiudere la partita per avere un quadro più definito oggi, senza avere sulla testa la spada di Damocle di un accordo da concretizzare».

Secondo il governatore del Veneto «trovarsi al Cipe per dare il via libera alla Valdastico Nord come condizione per la chiusura di un contratto da 594 milioni è una situazione complicata. Vedremo come sarà districata. Chiederò di incontrare Abertis perché il mio ruolo è quello di fare gli interessi del territorio e dei cittadini – prosegue Zaia – ma deve essere chiaro che siamo di fronte ad un’azienda privata, la A4  (e a un nuovo azionista privato) nella quale la Regione non è coinvolta direttamente in alcun modo. Se ti occupi di cose non tue, pur con l’unico obbiettivo  di far bene, in questo difficile Paese rischi di infilarti nei guai. La cronaca insegna».

Più in generale, Zaia sottolinea anche che «in queste situazioni c’è chi è nazionalista a prescindere e quindi contro ogni intervento straniero; chi, da cittadino del mondo, sostiene che il mercato è aperto e bisogna prenderne atto. E poi ci sono i soliti soloni che nelle interviste parlano di Veneto gigante economico ma nano politico, esortano a pensare in grande, a volare alto, a programmare, ma senza mai prendersi responsabilità. La realtà è che siamo di fronte a un’offerta che può incidere profondamente sul futuro infrastrutturale non solo del NordEst ma di tutto il Paese. Alla fine, a me interessa che il cittadino non rischi di avere fornitori di servizi troppo lontani dal territorio. Una situazione che abbiamo già vissuto in passato con alcune banche che sono passate da locali a vere e proprie multinazionali sfilacciando il rapporto con il territorio, rendendolo, alla fine, inesistente».