Olio di palma, l’Efsa allarme nocività

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Diffusissimo negli alimenti come sostitutivo di grassi più nobili e costosi come olio extravergine d’oliva e burro, l’Agenzia europea sulla qualità degli alimenti evidenzia come il suo impiego posa avere conseguenze sulla salute dei consumatori

 

olio palma 2L’agenzia europea sulla sicurezza alimentare (EFSA) di Parma ha acceso un riflettore sulle conseguenze per la salute umana connesse al consumo di alimenti prodotti con impiego di olio di palma, un grasso vegetale meno nobile e quasi totalmente d’importazione rispetto ai più noti (e costosi) olio extravergine d’oliva e al classico burro di cui la tradizione culinaria italiana vanta una lunghissima esperienza.

L’agenzia ha da poco pubblicato un dossier di 160 pagine secondo il quale l’olio di palma contiene tre sostanze tossiche che si sviluppano durante il processo di produzione, una delle quali classificata come cancerogena, il glicidiolo (GE). Secondo Helle Knutsen, presidente del gruppo CONTAM (il team di esperti scientifici dell’EFSA sui contaminanti nella catena alimentare), «l’esposizione ai “GE” dei bambini che consumino esclusivamente alimenti per lattanti costituisce motivo di particolare preoccupazione, in quanto è fino a dieci volte quella che sarebbe considerata di lieve preoccupazione per la salute pubblica». Secondo l’EFSA, bambini e adolescenti sarebbero i soggetti i più “a rischio”. 

Il dossier ha scatenato la reazione del pubblico sul web e sui social, oltre che della politica. Il M5S è nuovamente sceso in campo chiedendo chiarezza sull’impiego dell’olio di palma nella catena alimentare umana. Si è mossa anche Beatrice Lorenzin, ministro alla Salute, per accertare, dopo il parere dell’EFSA nel quale si segnalano possibili effetti tossico o cancerogeni di alcuni contaminanti di processo che si sviluppano durante il processo produttivo nell’olio di palma e in altri oli vegetali, margarine e alimenti trasformati che ha chiesto al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Andriukaitis, di avviare con urgenza l’esame della questione nei gruppi tecnici presso la Commissione. L’obiettivo è valutare l’eventuale necessità di procedere all’adozione di misure, anche in via precauzionale, finalizzate alla tutela della salute dei cittadini europei. Il ricorso a strumenti comunitari, si legge in una nota del ministero, «è indispensabile per garantire un approccio realmente tutelante, in quanto omogeneo in tutto il territorio dell’Unione, con l’adozione, se necessarie, di misure uguali in tutti i Paesi membri sia da parte delle Autorità che del settore produttivo».