Arena di Verona, il ministro Franceschini conferma la stagione lirica estiva

0
398
1. 2011 Arena di Verona foto Ennevi
Il commissario Fuortes: «le prevendite dell’estate 2016 stanno procedendo molto bene»

 

1. 2011 Arena di Verona foto Ennevi«La stagione lirica estiva all’Arena di Verona si svolgerà regolarmente». Lo ha detto il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, nel corso dell’audizione alla Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato sul commissariamento della Fondazione Arena di Verona. «Lo svolgimento del festival estivo – ha spiegato Franceschini – era uno dei due compiti indicati nel decreto di nomina del commissario Carlo Fuortes. E la stagione estiva all’Arena si farà».

«L’altro punto espressamente indicato – ha aggiunto – era di verificare la possibilità di presentare un piano di risanamento vero entro il 30 giugno, termine previsto dalla Legge di Stabilità 2016 per poter far domanda di accedere ai benefici della legge Bray». «Si richiede un piano di risanamento sostanziale e credibile, oppure in assenza di questa possibilità si dovranno avviare gli atti per la procedura di liquidazione della Fondazione Arena – ha ribadito Franceschini -. Quindi o ci sarà il piano di risanamento, o la liquidazione. Questo è il quadro complessivo della situazione della fondazione lirico-sinfonica veronese».

Secondo il ministro «ritengo che l’Arena di Verona abbia una situazione molto particolare rispetto alle altre fondazioni lirico-sinfoniche, che a mio avviso deve essere affrontata capendone le peculiarità. A differenza delle altre Fondazioni lirico-sinfoniche – ha spiegato Franceschini ai parlamentari – l’Arena di Verona ha una stagione estiva molto forte, che funziona con ottimi incassi, mentre al contrario non va così nella stagione invernale. Pertanto il compito di capire questa specificità particolare è del commissario e del comune di Verona, e del ministero nelle sue funzioni di vigilanza. Però – ha continuato Franceschini – al di là della natura specifica dell’Arena e dei numeri della crisi che ci hanno imposto di affrontare questa situazione in maniera molto determinata, credo che sia utile una riflessione sulla natura giuridica delle fondazioni lirico sinfoniche e sul messaggio che è stato dato inevitabilmente in questi anni, ma che è un messaggio non positivo sotto l’aspetto pedagogico. Tra le 14 fondazioni lirico-sinfoniche quelle che hanno gestito in modo virtuoso il loro bilancio – ha osservato – hanno visto che gran parte delle risorte sono andate a chi ha gestito male il proprio bilancio. Questo è avvenuto attraverso un prestito, perché il fondo rotativo è un prestito, mentre i criteri nuovi del Fus hanno teso a premiare le fondazioni più virtuose». 

Nel corso dell’audizione alle Commissioni cultura riunite, Franceschini ha evidenziato come «le risorse del Fus destinate negli ultimi anni alle Fondazioni liriche superano i 180 milioni e da sole rappresentano il 47% di quello che si spende per il Fondo unico per lo spettacolo. Nell’altra metà del Fus – ha spiegato – c’è tutto il resto: la musica, la prosa, la danza, il teatro di tradizione, il cinema. E’ evidente che un’operazione numericamente così importante sta in piedi in presenza di due requisiti. Il primo – ha sottolineato Franceschini – è: il fatto che la lirica italiana essendo una bandiera e un’ eccellenza del paese e un veicolo di credibilità per l’immagine internazionale dell’Italia, si riesce ad utilizzarla anche come una grande vetrina promozionale all’estero. Il secondo – ha continuato – è un meccanismo virtuoso di gestione. E il fatto che si sia intervenuti sempre a salvare chi ha gestito male, può mettere in moto meccanismo non virtuosi. Credo – ha aggiunto Franceschini – che la correzione dei meccanismi legislativi debba avere un’assunzione piena di responsabilità, andando a incidere anche su questa natura ibrida delle Fondazioni lirico-sinfoniche, che sono fondazioni di diritto privato, ma appartengono alla sfera del pubblico. Sono di diritto privato e lo Stato non ha potere di intervento, ma solo di vigilanza» ha concluso il ministro Franceschini che aveva aperto la sua relazione ricordando che «dopo l’entrata in vigore della legge Bray su 14 fondazioni lirico-sinfoniche, 8 avevano subito fatto domanda di accedere al fondo rotativo: il Petruzzelli di Bari, il Teatro Massimo di Palermo, il Maggio Musicale Fiorentino, il San Carlo di Napoli, il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro Opera di Roma, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Carlo Felice di Genova. In quella sede non aveva fatto domanda la Fondazione Arena di Verona».

«La stagione lirica si svolgerà regolarmente e tutte le componenti del Teatro sono al lavoro per la perfetta riuscita del 94/o Festival Lirico» ha detto il commissario straordinario della Fondazione Arena di Verona, Carlo Fuortes, sottolineando che «particolarmente positivo è il dato sui flussi di vendita di questi giorni, che sono superiori a quelli del 2015». Secondo Fuortes «i numeri attestano la risposta molto positiva del pubblico a dimostrazione del fatto che assistere ad un’opera all’Arena di Verona rimane un’esperienza dal valore unico a cui gli spettatori non intendono rinunciare. 

La 94/a edizione dell’Opera Festival all’Arena di Verona si aprirà il 24 giugno con uno dei titoli più amati dal pubblico, Carmen, a cui seguiranno Aida, La Traviata, Il Trovatore e Turandot, fino al 28 agosto. Si conferma inoltre per la data del 18 luglio lo spettacolo-evento Roberto Bolle and Friends. Per le prime due date in cartellone quasi esauriti tutti i posti di platea, a conferma della positiva risposta del pubblico all’offerta artistica proposta.