Imprese agroalimentari del NordEst, 2011 in chiaroscuro

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Carlo Crosara dir friuladria 1Cresce l’innovazione e l’internazionalizzazione

Le imprese agroindustriali del Nord Est, hanno saputo portare avanti i propri progetti di innovazione di prodotto e processo produttivo: più di metà delle realtà del settore (60,5%) non ha rinunciato ai propri piani di investimento e più di un quarto (26,2%) ne ha aggiunti di nuovi oltre a quelli già in corso. I dati emergono dalla ricerca “Innovazione e internazionalizzazione delle imprese agroindustriali del Nord Est” promossa da FriulAdria e realizzata da Fondazione Nord Est presentata a Vicenza. Secondo l’indagine, il 45% delle imprese agroindustriali intraprendono rapporti commerciali con paesi esteri. L’intensità appare comunque contenuta se si considera che, nell’ultimo anno, l’87,1% delle vendite realizzate dalle imprese di tutto il settore è stato concluso in Italia.
La situazione in futuro non appare destinata a mutare radicalmente: il mercato domestico viene considerato dall’88% degli intervistati il più promettente nei prossimi tre/cinque anni, ma è ben il 63,7% ad indicare la “Zona Euro” come lo spazio economico in cui realizzare i migliori affari. La rilevazione ha coinvolto un campione di 750 titolari di imprese, di tutte le dimensioni, attive nelle regioni del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino che costituisce l’intero settore agroalimentare del Nord Est italiano. Le aziende interpellate sono tutte iscritte alle Camere di Commercio. L’indagine telefonica si e’ svolta a novembre 2011.
“La rilevazione offre due spunti di riflessione – spiega il direttore generale di FriulAdria, Carlo Crosara – Il primo è una conferma: la capacità di investimento delle imprese agroindustriali è direttamente proporzionale alla dimensione aziendale e alle relazioni con l’estero. Il secondo aspetto è un segnale di fiducia che viene dal mondo produttivo locale, dove oltre il 60% delle imprese agroindustriali nell’ultimo triennio ha continuato ad innovarsi per diventare più competitivo”
Nonostante la crisi, tra le imprese agroindustriali appare abbastanza consistente il numero di realtà che sono riuscite a mantenere gli investimenti programmati. Quasi nove imprese su dieci, seppure con situazioni più o meno brillanti, riferiscono infatti di non aver rinunciato ai propri piani per investire in innovazione. Nel dettaglio, il 32,9% delle aziende di Veneto, Friuli Venezia Giulia e provincia di Trento afferma di aver mantenuto gli investimenti già in corso e il 27,6% dichiara di averne progettati di nuovi oltre a quelli già attivati.
Poco più di un quarto delle aziende (il 26,2%) lamenta, invece, un rallentamento dei piani avviati e il 13,3% del campione dichiara di aver dovuto addirittura bloccare tutti gli investimenti. All’aumentare delle dimensioni aziendali e delle relazioni con l’estero, cresce anche la capacità delle imprese di proseguire nei propri investimenti. Tra le più piccole (1-9 addetti) il 19,6% ha mantenuto i progetti già in corso e ne ha attivati di nuovi, contro il 20,2% che ha scelto di tagliarli. Ha continuato a intraprendere nuovi investimenti il 40,7% delle aziende comprese tra 20 e 49 dipendenti e il 56,9% di quelle con più di 50 addetti. Peraltro, tra le grandi, nessuna delle imprese interpellate dichiara di aver bloccato del tutto i propri piani di innovazione.